Il negozio online trasloca (di nuovo)

Chi segue da tempo le vicissitudini del negozio online di Just Indie Comics sa benissimo che di tanto in tanto mi diverto a cambiare coordinate, come se dovessi seminare qualcuno. Ma non temete, non ho il Ranger Smith alle calcagna e anzi, forse le uniche persone che riesco a disorientare – con grande furbizia, devo dire – sono i miei stessi clienti. Questa volta non siamo però al solito cambio di piattaforma, dopo Tictail, Shopify e l’attuale Big Cartel. Si rimane infatti su Big Cartel ma a un altro indirizzo, cioè quello del neonato negozio online di Risma Bookshop, la libreria di Serena Dovì che si trova in via Dulceri 51 a Roma e che molti di voi già conosceranno. Andare avanti da solo significava ormai viaggiare a fari spenti nella notte e quindi ho deciso di dar vita a questa nuova avventura, rifiutando offerte IN DOLLARI (si era fatto vivo anche un certo Jeff Bezos, per dire) per continuare a fare l’interesse non mio ma del popolo dei lettori che non devono chiedere mai. E poi Risma è sin dalla sua nascita la seconda casa di Just Indie Comics, l’unico posto dove potete trovare una selezione di fumetti della distribuzione, la newsletter e qualche rara volta persino me.

Chi si sente già soddisfatto di tutte le informazioni ricevute può fermarsi qui, per gli altri passiamo invece ai tecnicismi. Il vecchio sito rimarrà con tutti i prodotti al suo interno ancora per qualche giorno, esattamente fino al 15 marzo 2024 (se state leggendo questo post grazie a Wayback Machine nel 4048 sappiate quindi che il sito vecchio non esiste già da un bel po’). Poi continuerà a essere attivo ma senza la possibilità di fare acquisti. Non lo chiuderò, perché potrebbe tornarmi utile per qualche sporadica iniziativa, ma almeno per ora non servirà a niente. Se volete qualche prodotto “stagionato”, che sta sul sito da parecchio tempo, vi conviene approfittare adesso e acquistarlo, perché non tutti i fumetti verranno caricati sul sito di Risma (semplicemente perché è uno sbattimento e non ho proprio voglia). I nuovi arrivi, a partire da alcune novità già in viaggio dagli USA, saranno invece disponibili solamente sul sito di Risma.

Per gli abbonati al Just Indie Comics Buyers Club ribadisco qui il concetto a cui avevo accennato nella comunicazione di inizio anno. Se volete usufruire dello sconto del 10% sugli acquisti, scrivetemi alla solita mail e sarete accontentati. Purtroppo non posso attivare un codice sconto come gli anni scorsi perché lo sconto è valido soltanto sui prodotti di Just Indie Comics e non sugli altri, quindi sarebbe impossibile gestirlo in automatico. Ovviamente potete anche contattarmi per ordinare alcuni articoli di Just Indie Comics e altri di Risma, ma avrete lo sconto del 10% solamente su quelli di JIC.

A questo punto vi ringrazio per l’attenzione e passo ai link, dandovi appuntamento sempre là, dove nessuno è mai giunto prima:

IL NUOVO NEGOZIO ONLINE DI JUST INDIE COMICS

IL NEGOZIO ONLINE DI RISMA (ci arrivavate anche dal link precedente ma vabbè, tanto per essere chiari)

IL VECCHIO NEGOZIO ONLINE DI JUST INDIE COMICS (ancora attivo fino al 15 marzo 2024)

“Stories from Zoo” di Anand

Anand è un fumettista indiano che da qualche tempo si è fatto notare con la sua serie antologica personale Zoo e con un bell’albo intitolato Intruder pubblicato da Magma Bruta. Ora i suoi fumetti sbarcano negli USA grazie a Bubbles, la fanzine/rivista di Brian Baynes che si è ormai trasformata in una casa editrice a tutti gli effetti. Come si può immaginare dal titolo, Stories from Zoo mette insieme quanto pubblicato da Anand nel suo antologico, fornendo un compendio ricco e articolato della sua arte. La descrizione di questi fumetti la fornisce nella maniera più efficace lo stesso autore nella sua biografia, dicendo che gli piace disegnare storie sulla vita quotidiana e sulle persone che pensano di avere un problema quando in realtà ne hanno parecchi. Il modus operandi di Anand si basa proprio su questa riflessione: con un metodo che appartiene al racconto postmoderno, egli parte da un’idea centrale e tendenzialmente bizzarra per svilupparne le conseguenze delineando i suoi personaggi e ciò che li circonda. E’ il caso del primo fumetto del lotto, People Photostudio, che riporta la storia di Raghu, proprietario di uno studio fotografico dove non entra nessuno da mesi. Disperato, il protagonista decide di rubare qualcosa dalla gioielleria adiacente, accedendovi grazie a un buco nella parete. Sulla stessa lunghezza d’onda sono il protagonista di My Cold Brother, che ha deciso di vivere in un frigorifero come se gli bastasse trovare riparo dal caldo per essere felice, e Rupa di Memento Mori, che si diletta a leggere i necrologi per telefonare agli sconosciuti e porgere le sue condoglianze.

Stories from Zoo è fumetto puro e semplice, che non sceglie un tema per eleggerlo a cassa di risonanza come si usa oggi per motivi di marketing né usa facili stratagemmi per strizzare l’occhio al lettore. Questa essenzialità dell’approccio si riflette nella messa in pagina, un bianco e nero scarno ma al tempo stesso disordinato per come libera linee e segni, rimanendo però sempre funzionale alla narrazione. L’effetto finale può ricordare alcune tavole dell’Alec di Eddie Campbell, anche se non c’è ovviamente la perizia del cartoonist scozzese, dato che Anand è un fumettista giovane che ancora alterna soluzioni diverse e prova a “fare delle cose” racconto dopo racconto.

Se le vicende e i sentimenti di questi personaggi strambi e incasinati possono essere considerati universali, tra una storia e l’altra emerge anche un ritratto realistico e ben poco idealizzato dell’India contemporanea. Ne troviamo traccia nella bottega e nelle strade di People Photostudio, nel quadro familiare di 4ears (uno dei fumetti migliori del lotto per come conduce il lettore per mano fino al colpo di scena finale), nell’artista che vive separato dalla famiglia in Showmanship e infine nel Ramsay Nagar che funge da scenario a 6 Feet Under the Ground. Quest’ultimo chiude il volume descrivendo un quartiere ai confini della città dove vivono e lavorano mestieranti dell’industria indiana dei b-movie. E ci conferma l’autenticità e il rigore dello storytelling di Anand, la capacità di raccontare il suo mondo tra le righe, senza cadere nella tentazione di sfruttare un’ambientazione esotica agli occhi del lettore occidentale per renderla suggestiva o peggio ancora folkloristica.

“Bootleg Comics” & “Running Numbers” #5 in pre-order

Sono ora disponibili in pre-order nel Big Cartel di Just Indie Comics alcune novità in arrivo direttamente da Pittsburgh, nello specifico dalla Phantoro Press di Frank Santoro. Si tratta del quinto numero della serie Running Numbers, seguito ideale del graphic novel Pittsburgh di cui vi avevo già importato qualche mese fa un set con le prime quattro uscite, e di una nuova iniziativa, i cosiddetti Bootleg Comics. Come suggerisce il titolo, è una serie autoprodotta che ripropone fumetti considerati particolarmente significativi da Santoro. Il primo numero unisce David Mazzucchelli e Alex Toth, il secondo propone un fumetto del 1998 intitolato Fairvale a firma di Bill Boichel di Copacetic Comics e dello stesso Santoro, il terzo mette insieme Jack Kirby (con quella che viene definita la sua “best fight scene ever”) e Ogden Whitney (di cui Santoro ha curato il volume Return to Romance uscito per New York Review Comics insieme a Dan Nadel), il quarto è infine dedicato a Chester Brown periodo Yummy Fur. Il tutto è stampato sullo stile della rivista-foglio Hype*Pup (ne avevo parlato in questo post), cioè con stampante a colori su carta lucida. Si tratta di materiale assolutamente casalingo, autoprodotto sino al midollo, difficile da trovare in Europa (e anche negli USA, se è per questo), quindi vi consiglio di acquistarlo subito se vi interessa. Il pre-order del set di Bootleg Comics non ha scadenza ma le quantità sono limitatissime, quello di Running Numbers #5 è invece disponibile soltanto fino a lunedì 19 febbraio. Ah, per chi non lo sapesse Running Numbers è una serie che unisce testo e illustrazione, non un vero e proprio fumetto, ma più un viaggio testuale e grafico nella memoria dell’autore. Il quinto numero in particolare è presentato come “the wedding issue”. Buoni acquisti dunque, e buone letture.