“Generous Bosom” ai titoli di cosa

Giusto due righe per segnalarvi, se vi fosse sfuggita la notizia, che sta per giungere alla conclusione Generous Bosom di Conor Stechschulte, con il quarto numero edito come sempre da Breakdown Press. E la notizia va data innanzitutto perché la serie è stata finora una delle più esaltanti letture degli ultimi anni, con i primi due numeri di livello altissimo e un terzo assai spiazzante, capace di cambiare le carte in tavola ribaltando le aspettative dei lettori. Al quarto episodio, in uscita il 15 settembre, il compito di sbrogliare la matassa: una missione non certo facile, dato che per il gran finale Stechschulte ha avuto bisogno di ben 168 pagine, portando a quasi 400 il totale. Da notare che rispetto ai precedenti, stampati in risograph e caratterizzati da un uso eccellente di questa tecnica, il capitolo conclusivo utilizzerà una stampa offset a otto colori.

Ma scrivo queste righe anche per un altro motivo, ossia per comunicarvi che Generous Bosom #4 non sarà per ora disponibile nel negozio on line di Just Indie Comics: la distribuzione sta infatti attraversando una fase di cambiamento (ne saprete di più a breve) e per il momento, vista anche la carenza di festival, sto volando basso con le nuove acquisizioni. Se quindi avete comprato i tre numeri usciti finora da me, on line o dal vivo, vi invito a procedere stavolta al pre-order sul sito di Breakdown Press, dove troverete anche tutti gli altri episodi, compreso il primo esaurito da tempo e ora fresco di ristampa.

Se non sapete bene di cosa sto parlando, potete leggere invece questa recensione dei primi due volumi di Generous Bosom. E per i più volenterosi c’è anche questa intervista a Conor Stechschulte, realizzata in occasione della sua mostra a BilBOlbul 2017. Prima di chiudere una curiosità: da questa serie è stato di recente tratto un film, uscito addirittura prima della conclusione del fumetto. Scritto dallo stesso Stechschulte e diretto da Rob Shroeder, Ultrasound è stato presentato lo scorso giugno al Tribeca Festival di New York, per poi cominciare un tour tra i festival di cinema internazionali. Qui in basso la locandina, disegnata da Robert Beatty.

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