Il meglio del 2015 dall’estero – Seconda parte

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Seconda parte di questo speciale dedicato ai migliori fumetti che ho letto nel 2015 tra quelli pubblicati all’estero. Dopo aver selezionato i comic book e le serie regolari, passo ai volumi, sperando che quelli che devo ancora leggere non siano migliori di quelli elencati qui sotto. Come sempre i titoli sono riportati in ordine alfabetico e non di preferenza.

 

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Black River di Josh Simmons (Fantagraphics Books) – Una sorta di The Road in versione corale, Black River è un romanzo grafico potente, volutamente destrutturato, inevitabilmente nichilista. E dentro ci sono alcune delle tavole migliori mai realizzate da Simmons, decisamente a suo agio con gli scenari post-apocalittici. Altra grande prova di questo autore, che avevo già segnalato qualche giorno fa per il secondo numero di Habit.

 

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Colville di Steven Gilbert (Fourth Dimension Books) – Un comic book del 1997 rimasto senza seguito, un autore che gestisce un negozio di fumetti in Ontario, una storia potente, morbosa, inquietante. Ratigher ne ha parlato meglio di me nella recensione pubblicata qualche settimana fa su queste pagine. Non semplicemente uno dei migliori fumetti del 2015 ma uno dei migliori fumetti degli ultimi vent’anni.

 

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Drawn and Quarterly: 25 Years of Contemporary Cartooning, Comics, and Graphic Novels (Drawn and Quarterly) – Confesso di non essere ancora riuscito a leggerlo tutto, ma questo tomone di 776 pagine è imperdibile per chi come me ha formato i suoi gusti e la sua passione per il fumetto con la prima Drawn and Quarterly. Dentro vi trovate aneddoti, interviste, approfondimenti, foto d’annata e tanti tanti fumetti degli autori pubblicati nel corso di questi primi 25 anni, con delle rarità davvero notevoli.

 

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Infinite Bowman di Pat Aulisio (Hic & Hoc Publications) – Raccolta definitiva della saga dell’astronauta David Bowman con l’aggiunta di 75 pagine inedite, questo volume di Pat Aulisio prende 2001 Odissea nello Spazio nella versione kirbyana e lo rilegge come se fosse un fumetto di Fort Thunder, aggiungendo una vena dissacrante e pop. Ne ho parlato meglio qui.

 

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New Construction di Sam Alden (Uncivilized Books) – Altro volume targato Uncivilized Books a firma di Sam Alden, questo New Construction è per formato e struttura il gemello del precedente It Never Happened Again ma è molto più duro e complesso nei contenuti. All’interno Household e Backyard, due storie già viste on line e sotto forma di mini-comics, con la prima che è forse la mia preferita in assoluto tra quanto fatto finora da Alden. Da non perdere.

 

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Qviet di Andy Burkholder (2D Cloud) – Non poteva mancare un libro della 2D Cloud in questa classifica, dopo che l’anno scorso avevo inserito nel mio Best Of il magnifico Rudy di Mark Connery. Qviet è la raccolta dei fumetti di una pagina di Andy Burkholder già visti su Tumblr. Avanguardia a strisce in cui il sesso e il fumetto copulano generando orgasmi multipli di idee. Uno di quei fumetti che possono essere soltanto fumetti, se capite cosa intendo.

 

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Sky in Stereo di Mardou (Revival House Press) – Uno dei mini-comics migliori degli ultimi anni riceve il trattamento graphic novel con il primo di due volumi editi da Revival House Press. Sky in Stereo è un fumetto autobiografico pieno di inventiva, con grandi dialoghi e una scrittura sapiente, matura, emozionante. Per me si gioca il titolo di fumetto dell’anno con Colville. E in attesa della conclusione, prevista per il 2016, potete leggervi la mia intervista a Mardou.

 

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Terror Assaulter (O.M.W.O.T.) di Benjamin Marra (Fantagraphics Books) – Una satira dell’ossessione americana per il terrorismo dopo l’11 settembre che non ha paura di mescolare contenuti politici, violenza, situazioni paradossali e sesso esplicito. Il volume di Benjamin Marra è un oggetto strano, originale, controverso, realizzato in un gustoso stile pop art.

 

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Ur di Eric Haven (Adhouse Books) – “Assolutamente geniali ed esilaranti, i fumetti di Haven mixano la parodia dei supereroi, la vecchia scuola underground, le visioni di Fletcher Hanks, i ritmi delle newspaper strip e… la diarrea esplosiva. Il tutto con il gusto per l’assurdo, il paradosso e l’esagerazione che costituisce il vero leitmotiv del volume”. Così lo avevo presentato tra i migliori fumetti possibili di questo 2015 e Ur di Eric Haven ha mantenuto solidamente la sua posizione. Se esistessero più fumetti così questo sarebbe senz’altro un mondo migliore (almeno per me).

 

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Volcan (autoprodotto) – Ok, dentro c’è qualche contenuto derivativo, ma questo elegante volume in risograph con copertina serigrafata, seguito del precedente Lagon, è un oggetto magnifico pieno di colori, soluzioni grafiche, idee strabilianti, storie bizzarre e a volte inquietanti. Fumetti d’avanguardia nella tradizione dei vari The Ganzfeld, Kramers Ergot, Mould Map, con autori come Fletcher Hanks, Léo Quievreux, Aidan Koch, C.F., Olivier Schrauwen, Yuichi Yokoyama e tanti altri. Testi in francese con traduzione in inglese nel libretto allegato. Lo avevo presentato in questo post.

Il meglio del 2015 dall’estero – Prima parte

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Proseguo la mia rassegna dei migliori fumetti del 2015 con dieci titoli provenienti dall’estero. Si tratta in realtà di una prima parte, dato che qui ho selezionato i migliori comic-book, serie e uscite di antologie regolari tra quelli che sono riuscito a leggere. In un prossimo post elencherò invece i migliori libri. L’ordine è sempre alfabetico e non di preferenza.

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Blammo #8 1/2 di Noah Van Sciver (Kilgore Books) – Summa del Vansciverismo più poliedrico e a tratti bizzarro, l’ottavo numero e mezzo dell’antologico Blammo è l’ideale complemento al Saint Cole uscito in Italia per Coconino. Ne ho parlato qui.

 

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Crickets #4 di Sammy Harkham (autoprodotto) – Ancora non ho ricevuto il quinto numero di Crickets, pubblicato di recente, e sono molto curioso di vedere se Sammy Harkham è riuscito a rimanere ai livelli di questa quarta uscita, che lo vede ai vertici della sua produzione e anche del fumetto contemporaneo. Per ulteriori dettagli vi rimando alla mia recensione.

 

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Generous Bosom #2 di Conor Stechschulte (Breakdown Press) – Conor Stechschulte è uno dei più grandi autori di comics dei nostri giorni ma in pochi se ne sono accorti. Sicuramente la notizia è arrivata agli inglesi della Breakdown Press, che hanno fatto uscire di recente il secondo capitolo del suo Generous Bosom. Cercherò di parlarvi dei fumetti di Stechschulte al più presto, ce n’è bisogno.

 

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Habit #2 di Josh Simmons e altri (Oily Comics) – Josh Simmons riunisce attorno a sé un interessante team composto da Tom Van Deusen, Eric Reynolds e Ben Horak per raccontare una serie di situazioni ripugnanti ma anche divertenti e paradossali. Un saggio sul tema del buongusto, con l’iniziale The Incident at Owl’s Head, interamente a firma Simmons, a rappresentare il vertice della raccolta.

 

 

lose7Lose #7 di Michael DeForge (Koyama Press) – Ne ho parlato nella prima e finora unica puntata della rubrica Misunderstanding Comics. DeForge riserva alla serie Lose il meglio di sé, questa volta con una storia di un padre, una figlia e un gemello ritrovato. E a febbraio occhio a Big Kids, in uscita per Drawn and Quarterly.

 

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Missy #3 di Daryl Seitchik (autoprodotto) – Il finale catastrofico e visionario del precedente Middle School Missy, di cui dicevo in questo post sui fumetti della SPX 2014, trova degno sviluppo nel nuovo diario a fumetti di Daryl Seitchik. Le storie si fanno sempre più labili per lasciare spazio a un approccio quasi astratto, in cui il tema della solitudine è sviscerato in poche linee e parole. Bello come solo i fumetti apparentemente semplici sanno essere.

 

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A Mysterious Process di GG (autoprodotto) – Già qui lo avevo definito come uno dei migliori fumetti del 2015, dato che è stato serializzato sul Tumblr Comics Workbook di Frank Santoro a cavallo del 2014 e del 2015, per poi uscire in formato cartaceo nel corso di quest’anno. I fumetti dell’artista conosciuto solo come GG mi fanno uno strano effetto, perché c’è qualcosa di incredibilmente affascinante nelle sue storie ma al tempo stesso un nonsoché di fastidioso (almeno per me). Su A Mysterious Process però non ho dubbi: una storia in cinemascope con tanto di sottotitoli, scura, enigmatica, metaforica, potente. Leggetela on line se non l’avete ancora fatto.

 

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š! #23 (kuš! komikši) – Cambiare a volte fa bene e questo è senz’altro confermato dal numero 23 dell’antologia lettone, che abbandona il formato della storia breve per offrire nelle sue 188 pagine soltanto cinque fumetti, tutti incentrati sulle vittime del nazismo e tutti di autori europei. In più un approfondimento a cura di Ole Frahm, che spiega genesi e sviluppo del progetto, basato su ricerche storiche e workshop con gli artisti. Un particolare plauso va a Paula Bulling e Vuk Palibrk, autori dei due migliori episodi della raccolta.

 

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Windowpane #3 di Joe Kessler (Breakdown Press) – In mostra a BilBOlbul, dove la Breakdown Press era ospite d’onore nei panni di Richard Short e dello stesso Joe Kessler, le tavole di Windowpane #3 mostravano i diversi livelli di lavorazione che hanno portato a questa bella stampa in risograph. La storia è la prima parte di una narrazione più lunga ed è straniante sullo stile dei fumetti di Conor Stechschulte.

 

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Worst Behavior di Simon Hanselmann (Pigeon Press) – Come sempre senza troppo clamore, la Pigeon Press di Alvin Buenaventura ha fatto uscire questo albetto brossurato contenente la storia più lunga finora di Megg, Mogg e Owl. Le 52 pagine in bianco e blu seguono le solite dinamiche dei fumetti di Hanselmann ma il crescendo di assurdità e nefandezze varie assicura il divertimento.

Il meglio del 2015 in Italia

Inizio con questo post il tradizionale Best Of dell’anno, che ho deciso di pubblicare a puntate suddividendolo in tre categorie. La prima è quella dedicata ai fumetti in italiano, in cui ho incluso sia le opere di autori nostrani che di artisti stranieri. Sono rimasti fuori titoli pubblicati in Italia ma in lingua inglese e libri di autori italiani usciti all’estero, che eventualmente troveranno posto nei due Best Of internazionali. Inoltre ho tenuto conto soltanto delle nuove uscite, escludendo le ristampe.

Se si eccettua l’antologia Under Dark Weird Fantasy Grounds, pubblicata in Italia ma in lingua inglese e con una diffusione internazionale, l’unico vero libro italiano da me considerato nel Best Of dello scorso anno è stato Le ragazzine stanno perdendo il controllo di Ratigher. Non so se è stata colpa della mia scarsa attenzione durante il 2014, ma mi sembra che quest’anno ormai agli sgoccioli sia stato di gran lunga migliore per il nostro fumetto, dato che in questa Top Ten ben sei titoli sono di autori italiani.

Un’ultima cosa. Manca da questa lista una delle cose migliori del fumetto indie recente, cioè il Megahex di Simon Hanselmann tradotto da Coconino, ma non ho l’edizione italiana e il fatto che essa includa soltanto una parte dell’originale mi impedisce di darne una valutazione, oltre a urtare il mio spirito di completista.

I fumetti sono riportati in ordine alfabetico.

 

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Anubi di Marco Taddei e Simone Angelini (Grrrz Comic Art Books) – Un dio egizio finisce nella provincia malata dei giorni nostri, tra tossici, scoppiati, suore, satanisti, assistenti sociali e… William Burroughs. Il duo Taddei-Angelini scrive una sorta di Sandman in chiave grottesca, dando forma a una storia dalla struttura originale e per niente scontata. Lo sciacallo ultraterreno è descritto qui come una “mosca da bar” ed è più simile a noi di quanto possa sembrare. Senza rinunciare alla satira sociale che era l’ingrediente principale di Altre storie brevi e senza pietà, gli autori riportano tutto dentro la narrazione e raggiungono così uno stile maturo e personale.

 

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L’estate scorsa di Paolo Cattaneo (Canicola Edizioni) – Il 1997, cinque ragazzi, i loro quindici anni, un’avventura estiva. Rischiava di essere l’ennesimo amarcord a base di zainetti e merendine, il miliardesimo fumetto italiano neorealista o una canzone dei Baustelle, e invece l’esordio sulla lunga distanza di Paolo Cattaneo è molto molto di più. Ed è quasi incredibile che si tratti di un’opera prima per la capacità con cui l’autore descrive i personaggi e per come ci guida verso il colpo di scena finale. Con i loro faccioni grossi, i denti storti, i brufoli sul petto, i personaggi di Cattaneo ci fanno dimenticare per un po’ le carinerie che abbondano nei fumetti “alternativi” di oggigiorno.

 

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Il ladro di libri di Alessandro Tota e Pierre Von Hove (Coconino Press/Fandango) – Italiano per metà, il nuovo libro di Alessandro Tota vede il nostro “soltanto” nelle vesti di sceneggiatore, mentre i disegni sono lasciati al concittadino parigino Pierre Von Hove. Gli autori si immergono completamente nel contesto, la Parigi degli anni ’50, per un fumetto che sembra un film del miglior Truffaut. Dimenticate la metropoli di Tardi con i suoi dettagliatissimi palazzi, perché il tratto di Von Hove è scarno e essenziale, comunque perfetto per un libro divertente e colto, in grado di regalare una lettura piacevolissima e mai banale.

 

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Largemouths di Gabriel Delmas (Hollow Press) – La Hollow Press pubblica abitualmente in inglese, ma questo libro è completamente muto e pertanto finisce di diritto in questa categoria. Edizione italiana del volume uscito esattamente dieci anni fa in Francia, Largemouths è un viaggio di 688 pagine in un mondo preistorico, in cui gli elementi fantasy passano in secondo piano di fronte alla ricerca dell’immediatezza, raggiunta grazie all’uso di un segno spontaneo, libero, quasi violento nel modo in cui è vergato sulla pagina. Non vi spaventi l’assenza di parole, perché non siamo davanti a un esercizio di stile ma a una storia che durante una prima lettura vi porterà via almeno un’ora e mezza. E vi lascerà anche voglia di rientrarci dentro ogni tanto, per apprezzare nuovi dettagli. Per vedere qualche tavola vi rimando alla mia anteprima.

 

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Il porto delle anime di Stefano Alghisi (MalEdizioni) – Ne ho già parlato brevemente qui, ma questo libro con un’estetica rock’n’roll tutta americana merita di nuovo una citazione tra i migliori fumetti dell’anno. Non un’opera compiuta né una narrazione classica, ma una pièce sghemba e trasversale, di quelle che a volte servono per varcare il solito recinto e andare altrove. Le vicissitudini e le musiche di Cramps, Gun Club e Birthday Party si uniscono a quella del cantastorie nostrano Sigfrido Mantovani in un bianco e nero caratterizzato dal tratto spesso e carnoso di Alghisi.

 

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Qui di Richard McGuire (Rizzoli Lizard). “Capita raramente di trovare delle opere formalmente innovative che siano in grado al tempo stesso di parlare al cuore del lettore. Here è una di queste e l’effetto ottenuto da McGuire è ancora più straordinario se pensiamo che riesce a pungolare, a emozionare, a stupire senza fare uso di trame né di protagonisti, ma semplicemente raccontando la Storia e le storie, il grande e il piccolo, il grave e l’irrilevante, il serio e il faceto”. Scusate l’autocitazione ma c’è poco da aggiungere a proposito di un libro che rimarrà un’opera fondamentale del fumetto di tutti i tempi. Per approfondire vi rimando alla mia recensione, a questa cartolina da Lucca e al mio reportage da BilBOlbul.

 

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Remi Tot in STUNT di Martoz (MalEdizioni) – Altro titolo pubblicato da MalEdizioni, quello di Martoz è uno stupefacente tomo di 320 pagine che vede protagonista un motociclista acrobatico a caccia di catastrofi. Mirabolanti formule matematiche generano ibridi avanguardistici e architetture devianti. Come andare al museo sotto l’effetto di anfetamine. E il dualismo Remi/poliziotti ricorda addirittura Diabolik, mettendo l’accento definitivo su un oggetto difficilmente classificabile. Qui trovate l’anteprima pubblicata qualche settimana fa.

 

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Safari Honeymoon di Jesse Jacobs (Eris Edizioni) – Artista di punta dell’eccellente Koyama Press, Jesse Jacobs è un artista canadese che insieme a Michael DeForge e Patrick Kyle tiene alta la bandiera di un fumetto bizzarro e ironico, capace di nascondere subdolamente inquietudini e minacce tra le pieghe di un tratto cartoon. Eris Edizioni lo porta in Italia con la sua opera più recente, storia di una luna di miele in una natura selvaggia, piena di idee, forme, mutazioni, come solo il fumetto può fare. Altro che letteratura disegnata.

 

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Saint Cole di Noah Van Sciver (Coconino Press/Fandango) – Forse non il miglior Van Sciver in assoluto (quello si trova finora nella raccolta Youth Is Wasted) ma comunque un’opera importante di un autore che Coconino ha coraggiosamente portato in Italia. Saint Cole fa parte di un filone nutritissimo della produzione dell’autore, in cui si susseguono le vicende ai limiti del paradosso di personaggi piegati dalla vita, scorati, spesso umiliati da qualche donna più furba di loro. Van Sciver vanta tra i suoi fan più accaniti niente meno che Robert Crumb, e come lui ama raccontare storie, senza perdersi in troppi fronzoli. E ci riesce alla grande, come solo i grandi sanno fare.

 

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Viaggio a Tokyo di Vincenzo Filosa (Canicola Edizioni) – “E’ come camminare per le strade di Crotone durante la festa della Madonna”… Meravigliato, disorientato, impasticcato, l’alter ego di Vincenzo Filosa gira per le strade di Tokyo alla ricerca dei maestri del gekiga e di se stesso. Un fumetto italo-giapponese pieno di bianchi e neri netti, squisitamente non lineare e per niente didascalico, ricco di impennate d’autore, di vuoti, di ironia e sì, anche di poesia.

Just Indie Comics Buyers Club

Ormai saprete tutti che dal settembre scorso Just Indie Comics è anche un negozio on line, in cui mi diletto a distribuire materiale per lo più americano difficilmente reperibile in Europa, oltre che vari prodotti italiani ed europei di case editrici e micro-realtà editoriali a me affini. Per sostenere lo sviluppo del negozio, che ha bisogno di un continuo ricambio di materiale, soprattutto straniero, e per permettere anche a questo sito di rientrare nei costi vivi (per esempio la tenuta del dominio), ho escogitato non il solito crowdfunding ma un abbonamento che sarà possibile sottoscrivere fino al 10 gennaio 2016.

A partire dal prossimo gennaio, chi aderirà riceverà infatti uno o due fumetti ogni tre mesi, a seconda della tipologia di abbonamento scelto, e avrà inoltre diritto tramite un apposito codice promozionale a uno sconto del 10% su tutto il materiale ordinato dal sito nel corso del 2016. Il primo invio sarà il nuovo numero di Frontier, l’antologia monografica della Youth In Decline di cui tante volte ho parlato in queste pagine e che nelle uscite precedenti ha presentato il lavoro di artisti come Uno Moralez, Hellen Jo, Sam Alden, Emily Carroll, Jillian Tamaki, Anna Deflorian e altri ancora. Per il decimo albo della serie Ryan Sands, patron dell’etichetta di San Francisco, ha scelto Michael DeForge, artista canadese che sicuramente ben conoscete se seguite queste pagine.

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Come ho detto, esistono due soluzioni per aderire al Just Indie Comics Buyers Club. La prima, quella più economica, viene 40 euro e dà diritto a ricevere un albo a trimestre, spese di spedizione incluse. La seconda, che invece è la versione estesa dell’abbonamento, consentirà di avere in ogni invio due fumetti, per un totale di otto albi annui (se la matematica non è un’opinione), e costa 70 euro, con la spedizione sempre inclusa. In entrambi i casi c’è anche lo sconto del 10% sugli eventuali altri ordini fatti dal sito nel corso del prossimo anno.

Vi chiederete a questo punto che cosa riceverete oltre a Frontier #10 di Michael DeForge… Ebbene sì, tutto il resto sarà a sorpresa, cioè scelto da me, anche se sono aperto a suggerimenti, osservazioni e messaggi subliminali di ogni tipo. La gran parte del materiale sarà di provenienza americana, ma non trascurerò qualche fumetto europeo, ovviamente sempre in lingua inglese. La mia intenzione è quella di proporvi cose sempre nuove e stuzzicanti, fumetti a volte divertenti e altre d’avanguardia, o magari tutte e due le cose insieme, soffermandomi soprattutto su materiale poco conosciuto e difficilmente reperibile. Penso per esempio ai mini-comics che ogni tanto fanno uscire autori già pubblicati in Italia come Simon Hanselmann e Noah Van Sciver, ai fumetti di case editrici come Revival House Press o Retrofit Comics, ad antologie come Tusen Hjärtan Stark della Domino Books di Austin English, alle sperimentazioni di Lale Westwind e Conor Stechschulte e via dicendo. Sia chiaro, questo non è una lista di quello che vi arriverà, perché molto dipenderà dalle uscite di un mercato che è sempre indecifrabile, dato che spesso alcuni titoli escono assolutamente inaspettati, senza nessuna pubblicità. Un mercato difficile da seguire quello dei mini-comics autoprodotti o comunque stampati da piccole etichette indipendenti, e in cui mi propongo umilmente di farvi da guida facendovi conoscere cose nuove e facendovi anche risparmiare le eventuali spese di spedizione, salatissime, che paghereste per comprare il materiale proveniente da Stati Uniti e Canada.

Qui sotto trovate i link per abbonarvi. Ripeto, se vi interessa affrettatevi perché sarà possibile aderire SOLTANTO FINO AL 10/01/2016. L’offerta è valida per i soli residenti in Italia.

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“Toxic Psycho Killer”. Un’introduzione

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Quella che potete leggere di seguito è la versione italiana di Darkness is the Place, l’introduzione che ho scritto per Toxic Psycho Killer di Paolo Massagli, originariamente pubblicata in inglese nell’albo edito dalla Hollow Press. Ho intervallato il testo con la copertina e qualche immagine tratta dal fumetto. In chiusura trovate anche una biografia dell’autore. Buona lettura.

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Ci sono artisti che cercano sempre nuove sfide, si dividono tra mille progetti, alternano fumetto e illustrazione per sbarcare il lunario. E ce ne sono altri che con calma, dedizione e passione fanno sempre la stessa cosa, la loro cosa, perché non hanno bisogno di andare incontro alle bizze dell’editoria e ai gusti del pubblico. Paolo Massagli fa parte di quest’ultima categoria. E non è un modo per tacciarlo di ripetitività, quanto per dire che l’autore del fumetto che vi accingete a leggere ha stile. Che reinventi a suo modo il mondo favoloso di Oz (in una serie di cui i fan aspettano ancora il quarto numero), che ci porti nell’inferno scelto come ambientazione delle sue storie per l’antologia Under Dark Weird Fantasy Grounds, che addirittura ci spedisca in uno spazio così profondo che nessuno vi era mai giunto prima, ogni tavola è inconfondibilmente una tavola di Paolo Massagli. E anche lo storytelling non cambia, perché il marchio di Paolo è quello, ossia Milo Manara che disegna un fumetto americano degli anni ’90, come lo ha già definito qualcuno.

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Forse il paragone con Manara vi sembrerà fuorviante, ma almeno in una cosa i due artisti italiani sono simili: entrambi hanno una predilezione per le forme femminili. In effetti quando ho saputo che Paolo avrebbe realizzato un albo tutto suo per la Hollow Press e che il titolo sarebbe stato Toxic Psycho Killer, di una cosa ero certo: ci sarebbero state donne nude. Per quanto riguarda la storia, avevo immaginato una sorta di American Psycho, un intreccio pieno di atmosfere oscure e malate con un killer psicopatico e forse anche mutante che uccideva nei vicoli di qualche imprecisata metropoli americana. Invece quando l’ho interpellato sull’argomento del libro che tenete in mano, Paolo mi ha risposto che parlava di “un essere divino che atterra su un non precisato mondo alieno per annientare tutta la popolazione”. Beh, almeno avevo ragione sull’ambientazione indefinita.

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L’azione di Toxic Psycho Killer è incentrata su un singolo protagonista, una donna che vaga nello spazio per sterminare tutto ciò che considera un virus. All’inizio sembra una vittima, poi un’eroina, ma soprattutto ricorda Silver Surfer, l’araldo di Galactus costretto a viaggiare nello spazio con la sua inseparabile tavola da surf per trovare mondi adatti all’appetito del suo maestoso padrone. La differenza però con Silver Surfer è evidente, non solo perché la donna fa il lavoro sporco da sola, ma anche perché l’asessuato personaggio nato in una realtà regolata dal rigido Comics Code Authority poco ha a che fare con la procace e sensuale protagonista del fumetto che avete in mano. Paolo le gira intorno, la descrive nei minimi dettagli, per esempio in una tavola si dedica ad analizzare piega per piega le sue labbra, ciglia per ciglia i suoi occhi. Ne vengono fuori pagine più raffinate e meno dark del solito, in cui il bianco prevale sul nero e la linea è chiara, definita, pulita, come se fossimo in un serial di fantascienza uscito dalle pagine di Métal Hurlant. Ma chi conosce già Le Minifiabe o O.Z. non deve temere, ci sono sempre i mostriciattoli, i tentacoli che escono dalla bocca, i teschi e anche un globo oscuro che rimette l’oscurità al posto che le compete. Un posto dove Paolo Massagli forgia le sue visioni devianti. Un posto dove ha bisogno della sua arte e di nient’altro.

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Paolo Massagli è un fumettista e illustratore italiano. Ha iniziato la sua carriera come autodidatta nei primi anni ’90, realizzando fumetti e illustrazioni per diverse riviste e fanzine. La sua bibliografia include una raccolta di fiabe horror intitolata Le Minifiabe, il web-comic Alice nel paese degli orrori, in cui ha dato forma a una versione lisergica del famoso romanzo di Lewis Carroll, e O.Z., un’interpretazione molto personale de Il Mago di Oz, uscita in mini-comic autoprodotti a partire dal 2010. Adesso sta lavorando a Hell, una storia serializzata nell’antologia Under Dark Weird Fantasy Grounds pubblicata dalla Hollow Press. Oltre che in Italia, è molto seguito negli Stati Uniti, dove vende la maggior parte delle sue tavole originali e delle sue commissioni.

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“Toxic Psycho Killer”. An introduction

I wrote this foreword for the book Toxic Psycho Killer by Italian artist Paolo Massagli, published by Hollow Press. This is the complete text, with the cover, some pages from the book and a biography.

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Darkness is the Place

There are cartoonists who continually look for new challenges. Individuals who wind up juggling a thousand different projects, flipping between comics and illustration to eke out a living. And then there are others who with focused determination and passion to a specific aesthetic ideal stride along a singular path, because they don’t need to please the audience or contend with the vagaries of the publishing industry. Paolo Massagli belongs to this latter category. And this is not to accuse him of rigidity but rather to state that the author of this comic has dedication. Whether he’s reinventing the fabulous world of Oz (in a series of which the fans are still waiting for the fourth issue), or bringing his audience to the hell of his Under Dark Weird Fantasy Grounds stories, or launching the reader into a space where no man has gone before, every page is unmistakably a page by Paolo Massagli.

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Some suggest Paolo’s brand is that of “Milo Manara drawing an American comic book from the ‘90s”. And while the comparison may be crude, the two Italian artists certainly have one thing in common: a devotion to the female form. Indeed, when I found out Paolo was commissioned to draw a solo book for Hollow Press and that the title would be Toxic Psycho Killer, I was certain of one fact: there will be a lot of naked women. I also imagined a kind of American Psycho, a blend of dark moods and horrific situations with a crazy and mutant serial killer slaying women in the alleys of some undefined American metropolis. But when pressed about the subject matter, he explained it was about a “divine being landing on an undefined alien world to annihilate the whole population”. Well, at least I was right about the “undefined” setting.

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The action of Toxic Psycho Killer focuses on a single protagonist, a woman wandering in space to exterminate everything she considers a virus. At first she looks like a victim, then like a heroine, but actually she recalls Silver Surfer, the herald of Galactus traveling by way of surfboard through numerous galaxies to find a suitable world that will quell the Majestic Lord’s insatiable appetite. Anyway, the immediate difference with the Surfer is evident, not only because she does the dirty work on her own. In fact the rigid Comics Code Authority-governed qualities of the Surfer have little to do with the provocative and sensual protagonist of the comic you have in your hands. Paolo hovers around her, depicting her with precise, unsparing detail. For instance, in a gorgeous close-up he devotes himself to examining the contours of her mouth, wrinkle by wrinkle, as well as the appearance of her eyes, lash by lash. Maybe you’ll notice crisper, less intoxicated compositions than usual, where white space prevails over black and the line is clear, defined, tidy, as if we were in a French sci-fi serial from Métal Hurlant. But someone already familiar with Paolo’s comics shouldn’t be afraid. Even from within a deep space milieu, there are still spectacularly gruesome tentacles emerging from garishly-rendered mouths, myriad depictions of skulls and even a dark globe, helping to consign darkness to its own proper place. A place that is the center of Paolo Massagli’s art, where he crafts his own deviant visions. A place that is more than enough for him.

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Paolo Massagli is an Italian cartoonist and illustrator. He began his career as a draftsman in the early ’90s, making comics and illustrations for different magazines and fanzines. His bibliography counts a collection of fairytale horror stories called Le Minifiabe, the web-comic Alice nel Paese degli Orrori where he created a lysergic version of the famous novel by Lewis Carroll, and O.Z., a very personal reinterpretation of The Wizard of Oz released as self-published mini-comics from 2010. Now he is working on Hell, a story serialized in the Under Dark Weird Fantasy Grounds anthology published by Hollow Press. He has many fans in the USA, where his original artworks and commissions are mostly sold.

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