“Swag” di Cameron Arthur

In attesa dell’ultimo invio del Buyers Club 2022, previsto a ottobre, ritorno sul protagonista della spedizione di luglio, ossia Cameron Arthur, fumettista texano 22enne che da qualche anno si autoproduce la serie Swag. Ci torno su anche perché nel Big Cartel di Just Indie Comics sono disponibili alcune copie del #3 e del #4 di Swag, che rappresentano – a mio modesto parere – tra le migliori autoproduzioni uscite di recente dall’underground statunitense.

Cameron Arthur si è formato alla scuola di Frank Santoro, prima per corrispondenza (uno dei fumetti contenuti su Swag #2 era stato creato per la Comics Workbook Composition Competition del 2016) e poi di persona, dato che è andato a Pittsburgh per studiare dall’autore di Storeyville e Pompei. L’influenza delle teorie di Santoro è evidente in Swag #3, che usa elementari soluzioni formali per sviluppare due narrazioni parallele alternate a blocchi di due pagine. Da una parte abbiamo la vicenda di Donald, che si sveglia una mattina senza un alluce, e dall’altra quella dello stesso dito antropomorfo che cerca di cavarsela per conto proprio, finendo coinvolto in un fattaccio di cronaca nera. La prima è raccontata con una griglia fissa di 6 vignette interamente in rosso, la seconda con una griglia a 9 colorata di blu. Il risultato è paradossale ma anche straniante e a tratti disturbante. L’abilità di Arthur è quella di cercare l’assurdo non per strizzare l’occhio al lettore, come è abitudine dei fumettisti “alternativi” contemporanei, ma per generare stupore, confusione, turbamento. Peraltro con una buona dose di ironia, che non guasta mai.

Anche nel secondo fumetto di Swag #3 succede lo stesso. La griglia stavolta è di 4 vignette e i colori usati sono il bianco, il nero e il rosso. Old Dog è incentrato su un gruppo di amici con il vizio della droga: uno di loro si è appena suicidato, l’altro spaccia ma spesso si tiene la coca per sé, un altro ancora vuole sempre sniffare e fare festa. Sono solo 17 pagine con una trama appena abbozzata e un finale che non può veramente definirsi tale, ma alla fine l’effetto è lo stesso che in Big Toe, tanto che non possiamo annoverare l’albo in un genere specifico né definirlo ironico o drammatico. E il superamento dei concetti di “genere” e “tono” del racconto non sono cosa da poco per un autore che, quando ha creato questi fumetti, era a cavallo dei suoi vent’anni.

Swag #4, scritto e disegnato tra febbraio e dicembre 2021 e pubblicato nel 2022, alza ulteriormente l’asticella. E’ questo l’albo che ho scelto per il Buyers Club, uno dei fumetti che mi è piaciuto di più negli ultimi tempi. L’albo, sempre formato magazine e su carta patinata come il precedente, è stavolta in un bianco e nero nettissimo, che non lascia spazio nemmeno a un accenno di grigio. All’interno troviamo una sola storia, intitolata Night. La griglia è più stretta ma anche meno rigida, perché di tanto in tanto Arthur si prende la libertà di rompere la struttura a 12 con qualche soluzione sviluppata in orizzontale. I disegni essenziali, che ritraggono i personaggi per lo più su sfondo bianco, sono totalmente funzionali al racconto e ricordano quelli di Paper Rad, la cui sensibilità pop viene però azzerata dalla totale assenza di colore. Per quanto riguarda i contenuti, l’ironia si asciuga rispetto alle storie precedenti per favorire l’analisi dei rapporti interpersonali e l’introspezione. La storia è incentrata sulla riunione di una famiglia texana, con i tre figli che vanno a trovare i genitori. In più ci sono i partner di due di loro, oltre a un vicino di casa il cui sguardo da esterno è inevitabilmente simile a quello del lettore. Come nella più classica delle situazioni, segreti vengono svelati, vecchie ruggini tornano a galla e il dramma viene sfiorato. I dialoghi sono ricchi e autentici, salvo poi arrivare a un punto in cui – in vignette memorabili – i personaggi se ne escono con frasi fatte degne di una soap opera. Ma le pronunciano sempre con sguardo vuoto, stralunato e smarrito, tanto da risultare più ridicoli che drammatici.

E’ incredibile come in 48 pagine questo giovane fumettista riesca a delineare in modo così preciso i diversi caratteri e soprattutto ad affrontare temi di non poco conto che fanno parte della storia di qualsiasi famiglia occidentale, con i figli che se ne vanno di casa, i genitori che diventano vecchi, nuove coppie che si formano, bambini che nascono, tradimenti, incomprensioni, l’alcolismo che diventa l’unico modo per affrontare tutto ciò. Lo ripeto, sono solo 48 pagine ma dentro c’è molto di più di quello che siamo abituati a trovare nella gran parte dei voluminosi graphic novel contemporanei. Night è una storia avvincente e raccontata egregiamente, contenuta in un albo spillato che ti puoi comodamente portare in bagno, senza prenderti un giorno di ferie per riuscire a leggerlo. Che volere di più da un fumetto?

Trovate i due numeri di Swag di cui ho parlato nel negozio online di Just Indie Comics: qui c’è Swag #3 e qui Swag #4. Vi segnalo inoltre: a) che nel #3 della newsletter cartacea di Just Indie Comics trovate un’intervista a Cameron Arthur; b) che se fate un ordine dal sito vi dovrebbe arrivare anche la newsletter (fino a esaurimento scorte); c) che se non volete perdere neanche un numero potete andare qui e abbonarvi alla newsletter a soli 10€ all’anno.

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