Il titolo così, un po’ da ultim’ora, riflette il nuovo approccio che vorrei dare a questo sito: brevi notizie, segnalazioni, spunti più che veri approfondimenti, tanto ormai ho accettato di non avere quasi mai il tempo (e nemmeno la voglia, diciamolo) di criticare, analizzare, sviscerare. E come i più attenti di voi avranno notato, non a caso le sezioni News e Recensioni si sono unite in un’unica categoria chiamata appunto Attualità. E l’attualità ci impone di dire che Jason torna finalmente nel Bel Paese, dopo essere stato pubblicato anni fa dalla compianta Black Velvet, che fece uscire Ehi, aspetta…, Non puoi arrivarci da qui e Sshhhh!. A riportarlo dalle nostre parti, anche fisicamente dato che era ospite a Lucca Comics & Games, è la 001 Edizioni, per cui esce questo Ho ucciso Adolf Hitler e altre storie d’amore, raccolta in un unico volume lungo 156 pagine di tre mini-graphic novel edite da Fantagraphics, ossia Why Are You Doing This?, Werewolves of Montpellier e appunto I Killed Adolf Hitler. Ne viene fuori un libro che mescola e rilegge in maniera del tutto autoctona generi diversi, dal thriller alla fantascienza, dal mistery fino alla commedia romantica, ricco di riferimenti cinematografici, di tributi alla storia del fumetto e anche di momenti di assoluta malinconia.
Jason è norvegese, vive in Francia (a Montpellier, appunto) e ha trovato fortuna soprattutto negli Usa, dove Fantagraphics ha tutti i suoi libri in catalogo. Maestro della narrazione disegnata, abile anche nel fumetto muto, riesce a essere divertente e profondo, fruibile da tutti e raffinato, semplice e geniale. E’ proprio la finta semplicità il segreto del suo successo, oltre a trame originali in cui il gusto per il paradosso e un umorismo all’inglese (deadpan humor, direbbero gli americani, in modo secondo me ancora più azzeccato) conquistano, divertono, fanno sognare. Soprattutto in questo libro il tono è leggero, da commedia d’altri tempi, lontano per esempio dal dramma di opere precedenti come Ehi, aspetta… Fare una recensione di Ho ucciso Adolf Hitler e altre storie d’amore sarebbe davvero complesso, tante sarebbero le cose da dire, e per questo me lo risparmio volentieri. E con il tempo che guadagno me lo rileggo, consapevole che rimarrò di nuovo affascinato da quel sottofondo di malinconia, dall’impassibilità con cui i protagonisti accettano tragedie, morti, cambiamenti, e da personaggi antropomorfi che si travestono da lupi mannari rimanendo più o meno uguali a prima. Ma se poi esistessero veramente i lupi mannari?