Dicevo nel post precedente della pagina delle lettere di Hate. A proposito di interazione tra autore e pubblico, un discorso a parte meritano i concorsi lanciati da Bagge sul suo comic book. Già su Neat Stuff #5 l’autore aveva chiesto ai lettori di dare un nome a due personaggi ancora senza identità, ossia i due protagonisti della storia Life’s a Bitch and Then You Die!, che saranno poi battezzati Chet e Bunny Leeway da un certo Kev Monko da Philadelphia. E anche i primi numeri di Hate furono caratterizzati da un paio di concorsi, a partire da Win A Date with Stinky, la cui vincitrice sarebbe stata disegnata nel fumetto come occasionale partner dell’improbabile latin lover della serie.
Annunciato nel #3 con tanto di strillo in copertina, il concorso registrò la partecipazioni anche di una fumettista cult come Mary Fleener (con lo pseudonimo di Flair Meener) e delle allora emergenti Jessica Abel e Dame Darcy, come documenta lo speciale pubblicato in appendice al #5. E tutte e tre si ritroveranno di lì a poco a tu per tu con Stinky, la Abel nella quarta di copertina del #10, la Darcy in una storiella di una pagina nel #11 e la Fleener in Stinky Brown, Super Star pubblicata sul #12. La vera trionfatrice fu però una certa Linda Sue Murphy di San Francisco, che a suon di foto in pose e abiti vintage degni di una star si guadagnò in carne e ossa il retro fotografico del #5. Non pago di quanto già fatto, nel numero successivo Bagge lanciò un’altra sfida, in questo caso rivolta ai lettori uomini. Si cercava il sosia di Buddy Bradley e a vincere fu un tale Jon Horne, commesso della Tower Records di New York che sbaragliò la concorrenza guadagnandosi la copertina di Hate #10.