“Pseudo” di Matilde Digmann
Animali antropomorfi, incontri on line, droga, sesso, vergogna, incapacità di relazionarsi agli altri. Insomma, la solita solfa. Anzi no. Pseudo di Matilde Digmann si inserisce in un genere ormai sfruttatissimo, quello degli animali problematici che fanno cose cattive, ma riesce a dire la sua. Mat – questo il suo nome d’arte, dato che si definisce “a non-binary multidisciplinary artist and author” – innanzitutto dipinge e scolpisce. Ha uno studio a Copenaghen pieno delle sue creazioni. Entra nel mondo del fumetto da outsider e in questo Pseudo, un volume di 366 pagine in inglese con bella copertina a specchio pubblicato dalla danese Forlaget Basilisk, questo è evidente. La storia prosegue per piccoli episodi, quasi per accumulo. Non c’è grosso senso del ritmo. I disegni sono crudi, oscuri, per niente carini e comunque lontani dall’estetica dominante, calati in un bianco e nero che più nero non si può. Tutto ciò permette a Mat di uscire dal seminato del fumetto alternativo di oggi, evitando di finire nella lunga lista degli emuli di Simon Hanselmann.
La storia scritta da Mat parla della quasi omonima Cat, una gatta antropomorfa che dopo 9 anni si lascia con il fidanzato e inizia un “crazy year” fatto di nuove conoscenze, serate trasgressive e – inevitabilmente – autolesionismo. Pseudo inizia con la protagonista che si iscrive a un sito di incontri, mentre passa le giornate chiusa in casa insieme a Ted, un tradizionale gatto a quattro zampe. Le prime pagine del volume sono le più deboli e scontate, con tante situazioni che sanno di già visto. Poi dopo un po’ le cose decollano. Incontro dopo incontro assistiamo a una galleria di uomini che nella migliore delle ipotesi sono dei cretini, nella peggiore bastardi manipolatori. Davanti a loro la protagonista non riesce a reagire, anzi, il più delle volte si accontenta o addirittura si sottomette. La storia smette di essere banale e diventa un crescendo psicologico che scandaglia l’inconsapevole ricerca dell’infelicità da parte di Cat.
La trama è ispirata alle vicende personali di Matilde Digmann, che non a caso dopo nove anni di matrimonio ha cambiato vita in modo radicale. Per maggiori dettagli vi rimando a questo articolo/intervista, che giustamente inquadra Pseudo come una parabola femminista. Ma c’è di più, per noi che siamo amanti dello strano. C’è per esempio un ragno parlante che da minaccia si trasforma in spalla della protagonista. In un capitolo intitolato Bad Trip il ragno entra nel cervello di Cat per trovarvi una landa desolata popolata solamente da cazzi giganti. Verso la fine un flashback ci fa assistere all’incontro con una sorta di “dio gatto” dotato di terzo occhio: lo stesso terzo occhio che spunta ogni tanto sulla fronte di Cat prima di alcuni incontri, facendola vergognare ancor di più – se ce ne fosse bisogno – del suo corpo.
Il finale vede il confronto finale tra Cat e il suo ultimo boyfriend, persino peggiore dell’ex storico. Scopriamo che il tipo è sposato e padre di una bambina, che non può vedere da quando ha colpito la moglie con un tubo di metallo. Purtroppo le ultime pagine fanno scopa con quelle iniziali, perché – pur tenendo conto che il volume si presenta come primo di una trilogia – chiudono la vicenda in modo sin troppo frettoloso. Pseudo funziona bene da pag. 70 a pag. 341, e sono comunque 272 pagine, quindi bastano e avanzano. Che poi di questi tempi, quando gli autori esordienti tendono a cercare sempre il fumetto “rotondo” con tutti gli ingredienti giusti e il graphic novel più che un formato è un genere, fare un fumetto un po’ storto può essere anche una cosa positiva.
Il pregio principale di Pseudo rimane il suo essere un’originale parabola femminista. Mat non si lascia andare a facili tesi o a dissertazioni didascaliche. Con la tecnica dell’accumulo di personaggi e situazioni racconta piuttosto la tendenza alla sottomissione del personaggio principale e la meschinità del genere maschile, tanto da arrivare in alcuni passaggi alla pura misantropia. Al di là di questo, il libro varrebbe il prezzo di copertina solamente per i disegni, che nel loro bianco e nero catramoso ci riportano a tempi meno colorati e sicuramente più gloriosi di quelli odierni.
In conclusione ecco un po’ di link utili, ovvero il sito di Mat, la pagina Instagram e infine il suo negozio on line dove potete acquistare il volume.
Un’altra lezione ai giganti dell’e-commerce
Nuovi cambiamenti in vista per il negozio on line di Just Indie Comics: a fine anno, dopo aver fatto fuori Tictail e Shopify, taglieremo le gambe anche a Big Cartel. Dal 1° gennaio 2022 i fumetti della distribuzione saranno disponibili direttamente su questo sito, con una lista old school e pagamenti su PayPal. Addio carrello, addio check out, addio codici sconto, addio credit card. Ma perché d’improvviso questo attacco di luddismo, direte voi? I motivi sono diversi e sarebbe faticoso e inutile spiegarli tutti. Diciamo solo che in questo modo si cerca di tornare indietro per andare avanti, dando un po’ più di attenzione a justindecomics.com, sito che spesso latita di novità. Togliendo tempo al Big Cartel vorrei dunque rivitalizzare queste lande desolate, utilizzandole per aggiornarvi brevemente sulle novità disponibili nella distribuzione, vista la mancanza di tempo (e spesso di voglia) per scrivere recensioni o articoli più approfonditi. E poi non c’è niente di definitivo in questo ambito, quindi se la cosa non funzionerà potrò sempre tornare indietro e riaprire un e-commerce, magari sull’ennesima piattaforma.
In occasione di questa clamorosa novità, da qui a fine anno il Big Cartel vedrà presentare una serie di offerte e recuperi, che scandaglieranno l’archivio della distribuzione, con titoli tenuti da parte per i festival, doppie copie e via dicendo. Cominciamo con una serie di sconti, su ben 50 titoli, che ho già caricato nella sezione SALE! del sito. Si tratta di fumetti già presenti nel negozio che ora vengono riproposti con sconti dal 30 al 50% sul prezzo originale. Dateci un’occhiata e se vi interessa qualcosa procedete all’ordine, dato che le quantità sono come sempre limitatissime. E vi ricordo che, se raggiungete i 50€ di spesa, le spedizioni via corriere sono gratuite in tutta Italia grazie al magico codice ITALIA50.
“Generous Bosom” ai titoli di cosa
Giusto due righe per segnalarvi, se vi fosse sfuggita la notizia, che sta per giungere alla conclusione Generous Bosom di Conor Stechschulte, con il quarto numero edito come sempre da Breakdown Press. E la notizia va data innanzitutto perché la serie è stata finora una delle più esaltanti letture degli ultimi anni, con i primi due numeri di livello altissimo e un terzo assai spiazzante, capace di cambiare le carte in tavola ribaltando le aspettative dei lettori. Al quarto episodio, in uscita il 15 settembre, il compito di sbrogliare la matassa: una missione non certo facile, dato che per il gran finale Stechschulte ha avuto bisogno di ben 168 pagine, portando a quasi 400 il totale. Da notare che rispetto ai precedenti, stampati in risograph e caratterizzati da un uso eccellente di questa tecnica, il capitolo conclusivo utilizzerà una stampa offset a otto colori.
Ma scrivo queste righe anche per un altro motivo, ossia per comunicarvi che Generous Bosom #4 non sarà per ora disponibile nel negozio on line di Just Indie Comics: la distribuzione sta infatti attraversando una fase di cambiamento (ne saprete di più a breve) e per il momento, vista anche la carenza di festival, sto volando basso con le nuove acquisizioni. Se quindi avete comprato i tre numeri usciti finora da me, on line o dal vivo, vi invito a procedere stavolta al pre-order sul sito di Breakdown Press, dove troverete anche tutti gli altri episodi, compreso il primo esaurito da tempo e ora fresco di ristampa.
Se non sapete bene di cosa sto parlando, potete leggere invece questa recensione dei primi due volumi di Generous Bosom. E per i più volenterosi c’è anche questa intervista a Conor Stechschulte, realizzata in occasione della sua mostra a BilBOlbul 2017. Prima di chiudere una curiosità: da questa serie è stato di recente tratto un film, uscito addirittura prima della conclusione del fumetto. Scritto dallo stesso Stechschulte e diretto da Rob Shroeder, Ultrasound è stato presentato lo scorso giugno al Tribeca Festival di New York, per poi cominciare un tour tra i festival di cinema internazionali. Qui in basso la locandina, disegnata da Robert Beatty.