Quello dell’inglese Joe Kessler è un nome ormai ben noto agli amanti del bel fumetto – sì, il bel fumetto, perché è questo ciò che ci interessa veramente: IL BEL FUMETTO – e anche a chi segue questo sito. Certo, non sarà noto come le celebri gemelle che portano il suo stesso cognome – e con cui sembra non avere legami di parentela – ma ci sono comunque diverse buone ragioni per cui dovreste conoscere Joe. Innanzitutto è una delle menti dietro a Breakdown Press, editore che negli ultimi anni di bei fumetti ne ha pubblicati davvero tanti. In seconda battuta dovreste conoscerlo per la sua serie Windowpane, edita ovviamente da Breakdown, che ne ha poi raccolto alcuni numeri nell’omonimo e fondamentale volume. Qualcuno di voi avrà poi visto le sue tavole al BilBOlbul o al Treviso Comic Book Festival, dove è stato ospite rispettivamente nel 2015 e nel 2021. E, per finire, qualcun altro avrà notato di recente il suo nome finire nel catalogo del seminale editore francese L’Association, con un’opera inedita intitolata Le Gull Yettin. Ebbene, proprio questa nuova fatica di Kessler arriva ora nelle grinfie di Just Indie Comics nella bella edizione svedese pubblicata dagli amici di Lystring Förlag con il titolo di Måsvarrelsen, un gioco di parole che descrive grosso modo “uno yeti dalle sembianze di gabbiano”. Svedese direte voi?!? E che ci capisco io?!? Beh, state calmi innanzitutto, anche perché se non sapete lo svedese il problema è vostro, non certo degli svedesi. E poi perché il fumetto è totalmente muto, quindi un’edizione vale l’altra e anche per i più comuni (e banali) anglofoni non c’è affatto bisogno di aspettare la versione a stelle e strisce che verrà stampata tra qualche mese da New York Review Comics. Fate dunque un salto sul webshop di Just Indie Comics e accaparratevi questa lucente versione scandinava di un fumetto semplicemente incredibile, in cui Kessler porta avanti la sua ricerca sul colore e sul segno in una maniera talmente profonda da non aver bisogno delle parole.
La vicenda di un bambino e di uno strano gabbiano antropomorfo viene raccontata in un mix di violenza e dolcezza che propone più livelli di lettura, dando vita a un fumetto profondo e universale come pochi sanno essere. Un libro stupefacente in tutti i suoi aspetti, sia per ciò che racconta che per come lo racconta, con le situazioni che salgono di intensità non attraverso la parola scritta ma grazie all’utilizzo di tecniche differenti, che staccano rispetto al canone: si vedano le due pagine centrali in bianco e blu con screzi di rosso o le diverse sequenze in cui il dinamismo è espresso con linee spesse e un disegno grezzo, abbozzato, quasi fanciullesco. In pochi casi si vede un utilizzo così completo dei mezzi del fumetto e una tale capacità di riuscire a emozionare il lettore senza ricorrere a dialoghi o facili descrizioni. Già uno dei libri dell’anno: non perdetelo, in qualsiasi edizione vogliate comprarlo.