Tutti i numeri di “Sunday” ora in pre-order
Solo una breve nota per segnalarvi che da oggi sono disponibili in pre-order nel Big Cartel di Just Indie Comics tutti i numeri di Sunday di Olivier Schrauwen. L’ultima fatica dell’autore di Parallel Lives si è conclusa ad agosto con la pubblicazione dell’ultimo e più corposo albo, sempre per i berlinesi di Colorama. Il mese scorso sono anche tornati disponibili tutti i numeri precedenti, che erano esauriti da tempo.
I fedeli abbonati del Just Indie Comics Buyers Club ricorderanno che proprio Sunday #1 aveva aperto l’edizione del 2020. Se il #2 è stato disponibile nel negozio online per un breve periodo, i due numeri successivi rappresentano invece una novità da queste parti. Certo, potete anche comprarli direttamente da Colorama, che sta a Berlino e non ha spese di spedizioni esagerate, ma se volete risparmiare qualche euro o addirittura evitarvi le spese di spedizione (e per questo vi rimando a Big Cartel, dove troverete tutte le spiegazioni del caso), potete cliccare qui e non pensarci più.
Per chi non è informato, concludo spiegandovi la numerazione della serie. Se il #1 e il #2 non presentano bizzarrie, il terzo albo è invece un unico spillato che raccoglie in un solo colpo il #3 e il #4, mentre il quarto e conclusivo fumetto è numerato 5-6-7-X ed è un volume brossurato di 240 pagine. Non si tratta di raccolte, infatti Sunday è uscito direttamente con queste modalità.
E’ morto Joe Matt
E’ arrivata stamattina la triste notizia della morte di Joe Matt. La causa del decesso sembra essere un infarto, che ha colpito all’improvviso il sessantenne fumettista a Los Angeles, dove si era stabilito da qualche anno. L’annuncio è stato dato su Facebook da Matt Wagner, che dell’autore di Peepshow è stato collaboratore e amico. Come tanti di voi, non conoscevo Matt di persona ma adesso mi sembra che sia morto un amico. Come scrivevo tempo fa in questo speciale a lui dedicato, bastava leggere un fumetto di Joe Matt per avere l’impressione di conoscerlo, perché nelle sue storie si mostrava senza vergogna, raccontando gli aspetti più intimi della sua vita privata. Le sue sono storie che non ci si stanca mai di rileggere per quanto sono autentiche, brillanti, divertenti. E per quanto sono fatte bene. Sì, perché Joe Matt erano un assoluto talento del fumetto, uno che i fumetti ce li aveva nel sangue. Per lui sarebbe stato impossibile fare un brutto fumetto. Ma è stato possibile smettere di disegnarli, principalmente a causa della sua proverbiale pigrizia. Eppure ogni tanto si riaffacciava sui social dicendo che stava lavorando al nuovo numero di Peepshow e io sognavo quel giorno in cui sul Previews della Diamond sarebbe arrivato l’annuncio di un nuovo fumetto di Joe Matt. Probabilmente quell’annuncio non arriverà più ma ora la cosa ha davvero poca importanza. I fumetti di Matt rimarranno quelli che già conosciamo e quelli ci faremo bastare, come con quelle band che hanno fatto due o tre album perfetti e poi si sono sciolte o non hanno più inciso niente per motivi di forza maggiore. Perché qualcuno è morto, per esempio. Quindi sono tristissimo per la morte di Joe Matt ma anche felice perché i fumetti che ha fatto rimangono qui, immutabili e eterni. E pronti per l’ennesima rilettura, che mi farà ridere ancora una volta come uno scemo davanti alle stesse battute ma anche un po’ disperare per il buon vecchio Joe che non c’è più.
Marc Bell e Nina Van Denbempt a Bruxelles
E’ aperta fino al 22 ottobre alla galleria Sterput di Bruxelles una bella mostra dedicata al canadese Marc Bell e alla belga Nina Van Denbempt. L’accoppiata è del tutto inedita e anche insolita, trattandosi di due artisti distanti sia dal punto di vista geografico che anagrafico. Il primo è un affermato fumettista classe 1971, ben noto nel circuito alternativo grazie ai volumi usciti per Drawn & Quarterly in Canada e Cornelius in Francia. Il suo stile giocoso e frammentario procede per associazioni d’idee e giochi di parole ed è caratterizzato da cut-up verbali e grafici che sembrano generati da uno Jacovitti che ha appena letto William Burroughs. La seconda è un’autrice classe 1989 di cui parlavo in questo post. Dopo l’esperienza fumettistica del collettivo Tieten Met Haar, ha esplorato l’arte, la performance e la scultura. Pur non dimenticando a sua volta la dimensione dell’ironia e del paradosso, Van Denbempt utilizza il linguaggio dell’espressionismo per esprimere insicurezza e autocommiserazione, come in un improbabile incrocio tra Peter Saul e Tara Booth.
La mostra mette insieme originali preesistenti e qualche opera realizzata per l’occasione, in alcuni casi nei giorni immediatamente antecedenti l’inaugurazione di giovedì 7 settembre. Oltre alle tavole e ai dipinti, spiccano due sculture di Van Denbempt, raffiguranti un’imponente figura femminile e un capo di vestiario. Personalmente ho avuto la fortuna di visitare la mostra sabato 9, quando ho potuto assistere a una chiacchierata tra Bell e Van Denbempt, moderati dal critico Benoit Crucifix. I due artisti hanno candidamente ammesso di non conoscere l’opera dell’altro fino al momento di essere invitati a esporre insieme. Inoltre, si sono soffermati sulle fasi e le dinamiche del loro processo creativo, con Bell che ha spiegato ai purtroppo pochi presenti il metodo da lui definito “Swedish Death Cleaning”, ossia una tecnica che si propone di dare un senso a tutti i lavori incompiuti che tende ad accumulare. Particolarmente interessante la parte in cui i due hanno parlato del loro rapporto con il mondo delle gallerie d’arte, una dimensione che per Bell rappresenta il passato (ora ha ripreso a dedicarsi soprattutto a fumetto e illustrazione), mentre per Van Denbempt è al momento la via principale per la sua affermazione di artista.
In occasione dell’evento Sterput ha prodotto due albi serigrafati di grandi dimensioni. Cruel Company di Nina Van Denbempt, che per l’occasione si firma Nina Ferrari, è un breve fumetto autobiografico in cui l’autrice si raffigura grossa e decadente mentre aspetta insieme alla figlia neonata la visita del compagno. Indecisa se considerare l’incontro un vero appuntamento, la protagonista/autrice ci racconta con paradossale umorismo la sua discesa nella più totale paranoia. Narrazione autoconclusiva, Cruel Company riflette le tematiche e lo stile dell’autrice ma senza collegarsi direttamente alle opere in mostra. Discorso diverso va fatto per Dear Foghorn of Legs di Marc Bell, albo identico nel formato ma più simile a un catalogo nei contenuti. L’artista canadese racconta per immagini la sua “ongoing war with paper”, in quello che è a tutti gli effetti un nuovo numero di Boutique Mag, l’antologia in cui raccoglie i suoi più recenti lavori.
Vi segnalo infine che, se vi trovaste a passare per Bruxelles, Sterput è un luogo da visitare al di là della mostra attualmente in corso. Si tratta infatti di un’elegante e spaziosa galleria con un programma sempre ricco, oltreché di un negozio tutto dedicato alla piccola editoria, ricco di fumetti, fanzine e albi illustrati per lo più europei, ovviamente con un occhio di riguardo all’area franco-belga.