15 fumetti del 2025

Solito post con il meglio dell’anno, almeno secondo me. Questa volta le scelte sono ancora più idiosincratiche del solito, dato che ho scelto tutti fumetti “alla Just Indie Comics”. Ma d’altronde siamo su Just Indie Comics, no?

Bedetruite di Samplerman (Le Dernier Cri) – Incontrato qualche anno fa al Crack! a Roma, l’artista meglio noto come Samplerman mi chiese dettagliate informazioni su dove trovare vecchi fumetti italiani usati. Come molti di noi, Yvan Guillo – questo il suo vero nome – è un drogato di fumetti, da cui trae il materiale alla base della sua arte: ritagli che vengono categorizzati, associati, uniti, modificati, capovolti e ricolorati, per dar vita a un risultato del tutto nuovo e imprevedibile, in cui vignette classiche si trasformano in avanguardia pura. Frammentata in decine di fanzine e sparute pubblicazioni, l’arte di Samplerman trova il meritato compendio in questo volumone di 224 pagine pubblicato da Le Dernier Cri in un’edizione limitata di 700 copie. Accaparratevelo finché siete in tempo.

Bernadette #2 di AA.VV. (autoprodotto) – Se seguite con costanza le vicissitudini di questo sito avrete già letto del primo numero di Bernadette, l’antologia newyorkese a cura di Angela Fanche e Katie Lane che ha debuttato a maggio 2024. Qualche mese fa è arrivata questa seconda uscita, che conferma quanto di buono già visto all’esordio, pur con significative variazioni. Accantonati il colore, la fotografia e le arti applicate, ci si dedica a un bianco e nero totale che alterna fumetti e illustrazioni, inframmezzati di tanto in tanto da testi e poesie. Tra le autrici coinvolte vecchie e nuove conoscenze di Just Indie Comics, come Allee Errico, Tana Oshima, Ellen Addison (di cui leggerete tra qualche riga), Jenny Zervakis ed E.A. Bethea, ma tutti i lavori sono degni di nota ed esaltati dal formato, dato che Bernadette #2 è uno spillatone 31 x 24 cm. L’antologia del momento? Forse sì.

Big Gamble Rainbow Highway di Connie Myers (Cram Books) – Una ragazza chiusa in casa, tormentata dalle telefonate anonime. Un’amica che (forse) la va a trovare. Paranoia allo stato puro, che viene da dentro. Ma anche musica, con una delle migliori rappresentazioni dell’atto di suonare viste in un fumetto. E un disegno che diventa specchio delle emozioni della protagonista. Per qualche dettaglio in più vi rimando a questo post.

Campground Slut di Johnny Ryan (The Mansion Press) – Non sono rimasti in tanti a portare avanti quel fumetto trasgressivo, eccessivo e provocatorio che tanto andava di moda negli spillati degli anni ’90. Johnny Ryan è uno di questi e la sua è un’autentica sfida a spararla sempre più grossa. Quindi cosa c’è di meglio di un volume di 268 pagine in cui si susseguono stupri come se fossimo in una versione porno di Prison Pit? Esilarante, ma non fatelo vedere alla mamma.

Christmas in D.C. di Stipan Tadic (Cram Books) – Ancora da Cram Books, per me una delle migliori realtà USA del momento, arriva questo albetto autobiografico di Stipan Tadic, fumettista croato trapiantato a New York, che qui ci racconta una vacanza a Washington D.C. durante il Natale del 2023. Tra cene al McDonald’s, visite ai musei, riflessioni sul processo creativo e racconti sulla vita nell’Europa dell’Est, queste 24 pagine scorrono che è un piacere. Il fumetto autobiografico, da tanti ingiustamente osteggiato, è un’arte e bisogna saperlo fare bene. Tadic ci riesce e ci porta dentro alla sua intimità senza che nemmeno ce ne accorgiamo. E non è cosa da poco.

The Complete C Comics di Joe Brainard (New York Review Books) – Per comprare gli originali di questi fumetti creati dall’artista, poeta e scrittore Joe Brainard negli anni ’60 ci volevano diverse centinaia di dollari, tanto che qualcuno aveva messo in giro delle versioni bootleg a pochi spicci, come quella di C Comics No. 2 che già trovava spazio nella mia libreria. Ci pensa ora la sempre lodevolissima, anzi direi eroica, New York Review Books a raccogliere l’opera omnia di Brainard – aiutato ai testi da gente come Frank O’Hara, John Ashbery, Ron Padgett e altri – in un hardcover “lungo”, dal bizzarro formato 36 x 22 cm. The Complete C Comics è un volume che non può mancare nella collezione di chi ama esplorare i rapporti tra arte contemporanea, fumetto e poesia.

The Devil’s Grin Book One di Alex Graham (Fantagraphics) – I più fedeli seguaci di Just Indie Comics sapranno già tutto di Alex Graham e beh, beati loro, perché io mi sono dovuto andare a rileggere il mio post su Dog Biscuits per ricordarmi cosa avevo scritto. E ora vorrei prendermi a schiaffi! Ma chi è lo snob antipatico autore di quella recensione? Gabriele Di Fazio pezzo di merda! Ok ok, contestualizziamo. Dopo un grande debutto con Angloid, per me libro rivelazione di qualche anno fa, Graham aveva tirato fuori quel Dog Biscuits che non mi aveva granché entusiasmato. Ora Fantagraphics raccoglie in un volumazzo di 450 pagine la prima parte della serie The Devil’s Grin, tutt’ora in corso di pubblicazione in albi autoprodotti, e beh, sembra quasi che Graham abbia recepito le mie fastidiose critiche, perché qui supera se stessa regalandoci la sua migliore storia finora. The Devil’s Grin segue dall’infanzia fino all’età adulta la storia di Robert, un orfano abbandonato dalla madre artista e diventato un dongiovanni narcisista ed egoista. Intorno a lui gravitano una serie di personaggi femminili e soprattutto delle misteriose presenze demoniache, che sembrano guidare la mano di Gary, un fumettista capace di alterare la realtà con i disegni. Graham mette in piedi una storia sfaccettata in cui i personaggi sembrano reali, riuscendo a raccontarne inquietudini, problemi, desideri. Straconsigliato.

How to Quit Smoking Cigarettes di Nick Bunch (Cram Books) – Terzo titolo targato Cram Books della lista, questo non-manuale di Nick Bunch traduce il nervosismo alla base del fatidico tentativo di smettere di fumare in una linea nervosa, tremolante e visivamente cacofonica. Ne viene fuori uno strano oggetto, che mette in fila una trovata grafica dopo l’altra, riempendo le pagine di segni neri come la pece. Bunch è la mente dietro l’antologia Reptile House di Philadelphia, che gli abbonati al Buyers Club già conoscono da tempo. Qui realizza la sua opera finora più compiuta, liberandosi dalle spesso inutili maglie della narrazione.

Laser Eye Surgery di Walker Tate (Fantagraphics Underground) – Ormai famosissimo in Italia per essere stato pubblicato su Mulinex, Walker Tate arriva al debutto sulla lunga distanza per una big dell’editoria come Fantagraphics (seppur per la sua etichetta underground). E che debutto! Laser Eye Surgery potrebbe essere un saggio di come si fa un fumetto e ha il merito di non scendere a compromessi, non allontanandosi di una virgola dalla ricerca stilistica e artistica del cartoonist statunitense. Anzi, qui le intuizioni squisitamente concept dei suoi spillati autoprodotti trovano maggior respiro e si esaltano. Le vicende sempre paradossali del protagonista, convinto da un volantino trovato per strada a tentare un’operazione con il laser agli occhi, danno vita a un tripudio grafico in cui la linea chiara di Tate – scusate il gioco di parole – non è mai stata così chiara, mostrandoci un artista al punto più alto della sua carriera. Almeno per ora.

Lifehole di Mary Moore Dalton (autoprodotto) – Per leggere la gran parte dei contenuti di Lifehole bisogna girare di 90 gradi questo spillato formato rivista, dato che Dalton ha cercato di sfruttare al massimo l’orizzontalità della singola pagina. Da questo già si capisce l’approccio anticonformista e spontaneo alla base di questi fumetti, tipico d’altronde di tutta la scena che prima con base San Francisco e poi New York sta portando un vento fresco e liberatorio nel fumetto underground statunitense contemporaneo. E non a caso alcuni di questi lavori sono già comparsi in Cowlick, Jaywalk e BernadetteLifehole è un flusso di coscienza per immagini capace di unire disegni a carboncino con testi che partono dal diarismo per arrivare alla poesia. Stupefacente.

Ms. Understood di Juliette Collet (Neoglyphic Media) – Esce per Neoglyphic Media – già nota da queste parti per aver preso in carico la pubblicazione di Looking for the Cat di Matthew Thurber e per l’antologia Alive Outside finita tra i migliori fumetti del 2024 – il lavoro finora più sostanzioso di Juliette Collet, 100 pagine di pura creatività contenute in un brossurato 23 x 18 cm. Di Collet ho promosso il lavoro sin dagli esordi, e fa piacere qui verificare la sua costante crescita, seppur nel segno di una continuità stilistica che ama sviluppare l’azione per lo più in orizzontale e in 2D, come se fossimo in una strip d’altri tempi. Inserendosi in una tradizione di fumetto underground al femminile che parte da Wimmen’s Comix passando per Aline Kominsky, Dori Seda e Julie Doucet, Collet ne attualizza il lavoro andando a toccare tematiche del tutto attuali inquadrate con una sensibilità unica, libera e autoironica. Ms. Understood è una pornostar che cerca di colmare il suo vuoto interiore passando pazze serate in compagnia delle amiche e immaginando scene di sesso lesbico, salvo subire le telefonate della madre e chiudere l’albo con le mani sul volto mentre mugugna “I should call him…”. D’altronde, come si domandava qualche pagina prima: “Cosa vi aspettavate, di essere felici? Mi sembra irragionevole”.

Pothole #3-6 di AA.VV. (autoprodotto) – Uno degli obiettivi che mi sono posto con questo Best Of 2025 è di guardare più avanti possibile, cercando di riportare le ultime tendenze del fumetto che… piace a me. Quindi non potevo di certo omettere i quattro nuovi numeri di Pothole usciti – tutti insieme tra l’altro! – nel 2025, dopo che già avevo lodato i primi due visti l’anno scorso. A voler essere generosi potremmo definire Pothole una rivista formato tabloid, ma in realtà si tratta di un unico foglio serigrafato 84 × 30 cm che viene proposto ripiegato in quattro. Ed è davvero un bel vedere, perché la qualità della carta assorbe alla perfezione colori pregni e a volte sgargianti, come nel paginone di apertura del #3 a firma James Tonra. Oltre a lui, e ovviamente al padrone di casa Mikaël Choukroun, che si è occupato in totale solitudine della stampa, vanno citati i lavori di Ashton Carless, una sola bellissima pagina che racconta le angosce degli Stati Uniti di oggi (sempre nel #3), e di Charlotte Pelissier, unica intestataria di quello che credo sia il #4 (difficile dirlo, anche perché una delle riviste non riporta né titolo né numero). La sua è una splendida storia, in francese tra l’altro, colma di suggestioni rivettiane e vicina al lavoro della sopracitata Juliette Collet. E visto che ci siamo vi segnalo che Pelissier – autrice di quel The Loser Zeitgeist che qualcuno di voi si sarà accaparrato tempo fa dal negozio online di Just Indie Comics – quest’anno ha pubblicato anche il breve ma bellissimo The Life of Marie-Anne, sempre stampato da Choukroun.

Smoke Signal #44 di Gary Panter (Desert Island) – Un intero numero della rivista formato tabloid Smoke Signal, pubblicata dal negozio di Brooklyn Desert Island, dedicato all’arte di Gary Panter. C’è bisogno di dire altro? No, perché ne ho già parlato qui. Anche se poi il vero consiglio è procurarvela dal negozio online di Just Indie Comics, prima che diventi oggetto da collezione. E, se proprio volete fare i secchioni, potete accompagnare la visione con questa approfondita analisi del Comics Journal.

Turning di Ellen Addison (autoprodotto) – Uno di quegli albetti perfetti che piacciono a me, in grado di farti entrare in un mondo tutto suo. Autoreferenziale nel senso migliore del termine, realizzato da un’autrice di cui non sapevo nemmeno l’esistenza prima di scovare i suoi fumetti sul sito di Domino Books. 24 pagine strutturate su una griglia fissa di 9 vignette e tanto spazio bianco sul fondo della pagina, scelta misteriosa che però aggiunge quel nonsoché. Lo stile è essenziale ma al tempo stesso caldo e comunicativo, mentre la storia è quella di una donna che per ragioni imprecisate abbandona tutto per trasferirsi in una grande città. Lì si dovrà barcamenare tra un lavoro ripetitivo e i labirinti che le appaiono in sogno, decidendo quale “svolta” far prendere alla sua vita.

World Within the World di Julia Gfrörer (Fantagraphics) – Non poteva mancare in questa lista uno dei miei “oggetti” preferiti, ossia la raccolta di storie brevi. A vincere il prestigioso premio di apparire nel Best Of di Just Indie Comics è stavolta questo volume che raccoglie i fumetti brevi pubblicati, per lo più sotto forma di fanzine autoprodotte, dalla statunitense Julia Gfrörer dal 2010 al 2022. Sono storie ambientate in gran parte nel passato, in un’America rurale pregna di atmosfere gotiche e dark, in cui l’orrore è sempre dietro l’angolo e sentimenti come la violenza, la gelosia e l’avidità la fanno da padrone, per non parlare delle pulsioni sessuali. Ma ci sono anche racconti che si svolgono ai giorni nostri, più qualche stranezza assortita come Frasier Has Left the Building. Che un editore dedichi tempo e denaro a un progetto del genere fa ben sperare per il futuro dell’umanità.

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