Just Indie Comics Buyers Club 2022 + Newsletter

Da qualche giorno è possibile abbonarsi alla nuova edizione del Just Indie Comics Buyers Club, che nel 2022 taglia il traguardo dei setti anni. E visto che al settimo anno di solito c’è crisi, anche io mi sono interrogato questa volta sulle sorti del Buyers Club decidendo di cambiare formula. Addio dunque alle versioni Small e Large, che prevedevano rispettivamente 4 e 8 fumetti all’anno, e via libera a un format unico che è in sostanza la vecchia versione Small ma con un’importante aggiunta. Infatti chi si abbonerà quest’anno non solo riceverà 4 fumetti con cadenza trimestrale (a gennaio, aprile, luglio e ottobre) ma avrà con ogni invio il nuovo numero della newsletter di Just Indie Comics, pubblicazione trimestrale di cui è uscito in sordina il #0 un paio di mesi fa e che si aggiunge (senza sostituirlo, ovviamente) al sito su cui vi trovate in questo momento. La speranza è – con questa nuova semplice formula e il prezzo tondo di 50€ per l’abbonamento annuale – di attirare più appassionati e spingere il Buyers Club dove non è mai giunto prima. D’altronde non vi sembra un affare? Con 50€ vi trovate ogni tre mesi nella buca delle lettere un fumetto – sempre in lingua inglese, autoprodotto o pubblicato da un piccolo editore – e una newsletter che in sostanza è un foglio A3 ripiegato stampato fronte/retro, scritto piccolissimo e zeppo di notizie e digressioni varie. Che volete di più dalla vita?

Prima di rimandarvi ai link per abbonarvi vi do qualche dettaglio in più. Innanzitutto l’abbonamento al Buyers Club è disponibile fino al prossimo 31 dicembre, poi si chiuderà e non sarà più possibile iscriversi. I fumetti sono ovviamente scelti da me e a sorpresa, se così vogliamo dire. L’unica certezza è il primo del lotto, ossia No One Comes to the Lake Anymore di Charles Forsman, che verrà spedito a gennaio. Per quanto riguarda la newsletter, questo è il probabile sommario del #1, che copio e incollo dai miei appunti senza dilungarmi troppo: Best of 2021 / Generous Bosom e Ultrasound: intervista a Conor Stechschulte / Just Indie Comics Buyers Club / Editoria Italia: consigli per gli acquisti / Anteprima 2022/ Novità dalla distro / BilBOlbul 2021. Ah, se il Buyers Club non vi interessa potete anche abbonarvi soltanto alla newsletter, l’iscrizione in questo caso non ha scadenza, parte dal primo numero utile e costa 10€ per 4 numeri. Via ai link, dunque, e buon divertimento.

JUST INDIE COMICS BUYERS CLUB 2022 + NEWSLETTER

ABBONAMENTO JUST INDIE COMICS NEWSLETTER

“Late in the Years” di Henry Crane

Ho scoperto Henry Crane sul profilo Instagram di Desert Island, dove il proprietario del negozio di Brooklyn, Gabe Fowler, condivideva alcune immagini dell’autoprodotto Late in the Years. Lo stile di Crane mi ha subito incuriosito. Non era originale in senso assoluto – e poi cos’è veramente originale, oggi? – ma riusciva comunque a essere una voce fuori dal coro in un panorama fumettistico in cui i riferimenti estetici sono ben altri. Inoltre vi vedevo una serie di rimandi ad autori a me cari, che sono diventati ancor più evidenti dopo aver fatto arrivare un po’ di copie del fumetto in Italia per renderlo disponibile nella distribuzione di Just Indie Comics.

Late in the Years si presenta come una storia horror classica, degna di un Lovecraft tanto per darvi un punto di riferimento. La vita di una coppia entra in crisi quando sopra la loro casa in mezzo al bosco appare un nuvola di fumo, che rimane fissa all’orizzonte come una lacerazione nel cielo. Lui va in tilt e non riesce più a pensare a nulla se non alla cappa nera e densa sulla sua testa. E lei per cercare di far tornare in sé il marito ha la malsana idea di uscire insieme nel bosco alla ricerca delle origini del fumo. Da lì i presagi diventano orrore e poi dramma.

E’ un fumetto breve, Late in the Years: compresa la copertina sono solo 16 pagine, stampate su una carta bella spessa e dalle dimensioni importanti, ossia 36 x 28 cm. L’ampiezza del formato rende giustizia alle splendide tavole di Crane. Se è vero che vi si leggono chiaramente i riferimenti estetici (Charles Burns, Thomas Ott, Stephen Bissette e forse anche Junji Ito e Uno Moralez), è altrettanto vero che il risultato finale è totalmente appagante. E qualche citazione, persino nella costruzione delle tavole, ci può stare tenendo conto che Crane ha 25 anni e che questo è il suo primo fumetto. Il finale a colori è forse il vero punto di forza di LITY, e l’elemento che mi spinge a considerarlo tra le migliori uscite dell’anno. Sarà anche giovane ma Crane – che finora aveva lavorato soprattutto su murales, installazioni e illustrazioni – dimostra sin da subito di non compiacersi delle sue capacità. Ed ecco che mette da parte il suo bianco e nero tratteggiato e xilografico per abbracciare il colore nelle ultime stupefacenti quattro pagine dell’albo. Al cambiamento estetico corrisponde una sterzata della trama, che abbandona definitivamente ogni accenno di realismo per trasformarsi in una parabola di rinascita. Enigmatica certo, ma davanti a questi disegni anche chissenefrega.

Just Indie Comics Newsletter #0

Nasce la newsletter cartacea di Just Indie Comics, liberamente ispirata a Hype Pup di Frank Santoro. Da qualche settimana ho stampato il #0, un numero di prova che per il momento è diffuso soltanto tra persone che incontro per strada, abbonati del Buyers Club e acquirenti del sito Big Cartel. Dal #1 conto di far partire un abbonamento via posta, di cui vi spiegherò in seguito le modalità (anche perché non le conosco nemmeno io al momento). In questo primo numero trovate un editoriale, la presentazione dei fumetti del Buyers Club (Tat Rat #8 dei Forsley Brother e Zig Zag di Will Sweeney), articoletti sui fumetti muti e su San Francisco, un breve reportage dal Bada Festival e la presentazione delle recenti novità della distribuzione. La newsletter si sviluppa su un foglio A3 scritto fronte e retro e ripiegato. Le illustrazioni di questo #0 sono di Cameron Forsley.

JICBC pt. 4: “Tat Rat” #8 e “Zig Zag”

Si conclude l’edizione 2021 del Just Indie Comics Buyers Club con un’accoppiata di fumetti per donne e uomini che non devono chiedere mai. Il primo è Tat Rat #8 dei fratelli Forsley, ossia Christopher (disegni) e Cameron (testi). L’albo è del 2019 ma ho pensato di recuperarlo comunque, tanto sono rimasto convinto – oltre che dallo stile gustosamente underground di Christopher – dalla potenza della storia di apertura, Bleeding For Rent, una tagliente parabola di disperazione metropolitana. Davvero niente male sono anche le avventure di Dirty Klown, stavolta a lavoro in ospedale, mentre il resto dell’albo spazia tra storie brevissime e illustrazioni. E visto che ci sono vi segnalo che sul Big Cartel di Just Indie Comics è disponibile A Joe Story, una storia autoconclusiva realizzata dai fratelli Forsley nel 2012 che verte sui temi del conformismo, del controllo e dell’alienazione, con un approccio tendente al paradosso e un disegno irregolare che più irregolare non si può.

Come ben saprete, il primo albo è destinato a tutti gli abbonati, mentre il secondo verrà spedito solo a quelli Large. Si tratta in questo caso di Zig Zag dell’inglese Will Sweeney, coloratissimo fumetto muto pubblicato qualche mese dall’etichetta di Fantagraphics chiamata F.U. Press (dove U sta per Underground e F ovviamente per… Fantagraphics). 

Entrambi gli albi, più come detto A Joe Story, sono disponibili nel negozio on line anche per i comuni mortali. E sui fumetti per ora è tutto, anche perché gli abbonati troveranno ulteriori retroscena e dettagli su… la newsletter di Just Indie Comics! Mi riferisco a una newsletter CARTACEA in bianco e nero su foglio A3 e grafica in bassa definizione che ho deciso di realizzare fattivamente circa 10 giorni fa e che ora è quasi stampata. Troverete il #0 insieme al Buyers Club, poi in futuro chissà. Maggiori dettaglio tra qualche giorno, sempre su queste frequenze. Stay tuned!

“Pseudo” di Matilde Digmann

Animali antropomorfi, incontri on line, droga, sesso, vergogna, incapacità di relazionarsi agli altri. Insomma, la solita solfa. Anzi no. Pseudo di Matilde Digmann si inserisce in un genere ormai sfruttatissimo, quello degli animali problematici che fanno cose cattive, ma riesce a dire la sua. Mat – questo il suo nome d’arte, dato che si definisce “a non-binary multidisciplinary artist and author” – innanzitutto dipinge e scolpisce. Ha uno studio a Copenaghen pieno delle sue creazioni. Entra nel mondo del fumetto da outsider e in questo Pseudo, un volume di 366 pagine in inglese con bella copertina a specchio pubblicato dalla danese Forlaget Basilisk, questo è evidente. La storia prosegue per piccoli episodi, quasi per accumulo. Non c’è grosso senso del ritmo. I disegni sono crudi, oscuri, per niente carini e comunque lontani dall’estetica dominante, calati in un bianco e nero che più nero non si può. Tutto ciò permette a Mat di uscire dal seminato del fumetto alternativo di oggi, evitando di finire nella lunga lista degli emuli di Simon Hanselmann.

La storia scritta da Mat parla della quasi omonima Cat, una gatta antropomorfa che dopo 9 anni si lascia con il fidanzato e inizia un “crazy year” fatto di nuove conoscenze, serate trasgressive e – inevitabilmente – autolesionismo. Pseudo inizia con la protagonista che si iscrive a un sito di incontri, mentre passa le giornate chiusa in casa insieme a Ted, un tradizionale gatto a quattro zampe. Le prime pagine del volume sono le più deboli e scontate, con tante situazioni che sanno di già visto. Poi dopo un po’ le cose decollano. Incontro dopo incontro assistiamo a una galleria di uomini che nella migliore delle ipotesi sono dei cretini, nella peggiore bastardi manipolatori. Davanti a loro la protagonista non riesce a reagire, anzi, il più delle volte si accontenta o addirittura si sottomette. La storia smette di essere banale e diventa un crescendo psicologico che scandaglia l’inconsapevole ricerca dell’infelicità da parte di Cat.

La trama è ispirata alle vicende personali di Matilde Digmann, che non a caso dopo nove anni di matrimonio ha cambiato vita in modo radicale. Per maggiori dettagli vi rimando a questo articolo/intervista, che giustamente inquadra Pseudo come una parabola femminista. Ma c’è di più, per noi che siamo amanti dello strano. C’è per esempio un ragno parlante che da minaccia si trasforma in spalla della protagonista. In un capitolo intitolato Bad Trip il ragno entra nel cervello di Cat per trovarvi una landa desolata popolata solamente da cazzi giganti. Verso la fine un flashback ci fa assistere all’incontro con una sorta di “dio gatto” dotato di terzo occhio: lo stesso terzo occhio che spunta ogni tanto sulla fronte di Cat prima di alcuni incontri, facendola vergognare ancor di più – se ce ne fosse bisogno – del suo corpo.

Il finale vede il confronto finale tra Cat e il suo ultimo boyfriend, persino peggiore dell’ex storico. Scopriamo che il tipo è sposato e padre di una bambina, che non può vedere da quando ha colpito la moglie con un tubo di metallo. Purtroppo le ultime pagine fanno scopa con quelle iniziali, perché – pur tenendo conto che il volume si presenta come primo di una trilogia – chiudono la vicenda in modo sin troppo frettoloso. Pseudo funziona bene da pag. 70 a pag. 341, e sono comunque 272 pagine, quindi bastano e avanzano. Che poi di questi tempi, quando gli autori esordienti tendono a cercare sempre il fumetto “rotondo” con tutti gli ingredienti giusti e il graphic novel più che un formato è un genere, fare un fumetto un po’ storto può essere anche una cosa positiva.

Il pregio principale di Pseudo rimane il suo essere un’originale parabola femminista. Mat non si lascia andare a facili tesi o a dissertazioni didascaliche. Con la tecnica dell’accumulo di personaggi e situazioni racconta piuttosto la tendenza alla sottomissione del personaggio principale e la meschinità del genere maschile, tanto da arrivare in alcuni passaggi alla pura misantropia. Al di là di questo, il libro varrebbe il prezzo di copertina solamente per i disegni, che nel loro bianco e nero catramoso ci riportano a tempi meno colorati e sicuramente più gloriosi di quelli odierni.

In conclusione ecco un po’ di link utili, ovvero il sito di Mat, la pagina Instagram e infine il suo negozio on line dove potete acquistare il volume.

Un’altra lezione ai giganti dell’e-commerce

Nuovi cambiamenti in vista per il negozio on line di Just Indie Comics: a fine anno, dopo aver fatto fuori Tictail e Shopify, taglieremo le gambe anche a Big Cartel. Dal 1° gennaio 2022 i fumetti della distribuzione saranno disponibili direttamente su questo sito, con una lista old school e pagamenti su PayPal. Addio carrello, addio check out, addio codici sconto, addio credit card. Ma perché d’improvviso questo attacco di luddismo, direte voi? I motivi sono diversi e sarebbe faticoso e inutile spiegarli tutti. Diciamo solo che in questo modo si cerca di tornare indietro per andare avanti, dando un po’ più di attenzione a justindecomics.com, sito che spesso latita di novità. Togliendo tempo al Big Cartel vorrei dunque rivitalizzare queste lande desolate, utilizzandole per aggiornarvi brevemente sulle novità disponibili nella distribuzione, vista la mancanza di tempo (e spesso di voglia) per scrivere recensioni o articoli più approfonditi. E poi non c’è niente di definitivo in questo ambito, quindi se la cosa non funzionerà potrò sempre tornare indietro e riaprire un e-commerce, magari sull’ennesima piattaforma.

In occasione di questa clamorosa novità, da qui a fine anno il Big Cartel vedrà presentare una serie di offerte e recuperi, che scandaglieranno l’archivio della distribuzione, con titoli tenuti da parte per i festival, doppie copie e via dicendo. Cominciamo con una serie di sconti, su ben 50 titoli, che ho già caricato nella sezione SALE! del sito. Si tratta di fumetti già presenti nel negozio che ora vengono riproposti con sconti dal 30 al 50% sul prezzo originale. Dateci un’occhiata e se vi interessa qualcosa procedete all’ordine, dato che le quantità sono come sempre limitatissime. E vi ricordo che, se raggiungete i 50€ di spesa, le spedizioni via corriere sono gratuite in tutta Italia grazie al magico codice ITALIA50.

“Generous Bosom” ai titoli di cosa

Giusto due righe per segnalarvi, se vi fosse sfuggita la notizia, che sta per giungere alla conclusione Generous Bosom di Conor Stechschulte, con il quarto numero edito come sempre da Breakdown Press. E la notizia va data innanzitutto perché la serie è stata finora una delle più esaltanti letture degli ultimi anni, con i primi due numeri di livello altissimo e un terzo assai spiazzante, capace di cambiare le carte in tavola ribaltando le aspettative dei lettori. Al quarto episodio, in uscita il 15 settembre, il compito di sbrogliare la matassa: una missione non certo facile, dato che per il gran finale Stechschulte ha avuto bisogno di ben 168 pagine, portando a quasi 400 il totale. Da notare che rispetto ai precedenti, stampati in risograph e caratterizzati da un uso eccellente di questa tecnica, il capitolo conclusivo utilizzerà una stampa offset a otto colori.

Ma scrivo queste righe anche per un altro motivo, ossia per comunicarvi che Generous Bosom #4 non sarà per ora disponibile nel negozio on line di Just Indie Comics: la distribuzione sta infatti attraversando una fase di cambiamento (ne saprete di più a breve) e per il momento, vista anche la carenza di festival, sto volando basso con le nuove acquisizioni. Se quindi avete comprato i tre numeri usciti finora da me, on line o dal vivo, vi invito a procedere stavolta al pre-order sul sito di Breakdown Press, dove troverete anche tutti gli altri episodi, compreso il primo esaurito da tempo e ora fresco di ristampa.

Se non sapete bene di cosa sto parlando, potete leggere invece questa recensione dei primi due volumi di Generous Bosom. E per i più volenterosi c’è anche questa intervista a Conor Stechschulte, realizzata in occasione della sua mostra a BilBOlbul 2017. Prima di chiudere una curiosità: da questa serie è stato di recente tratto un film, uscito addirittura prima della conclusione del fumetto. Scritto dallo stesso Stechschulte e diretto da Rob Shroeder, Ultrasound è stato presentato lo scorso giugno al Tribeca Festival di New York, per poi cominciare un tour tra i festival di cinema internazionali. Qui in basso la locandina, disegnata da Robert Beatty.

JICBC pt. 3: “Boring” e “Bloom” #4

E’ già pronta a partire la terza spedizione del Buyers Club, addirittura in leggero anticipo rispetto al previsto. L’albo comune a tutti gli abbonati, sia Large che Small, è questa volta Boring di Noah Van Sciver. Spillato autoprodotto dell’autore di Fante Bukowski, Boring è già esaurito negli USA ed è dunque ancor di più una chicca per gli abbonati. All’interno vi troviamo due storie. Quella del titolo racconta una giornata tipo di Van Sciver, dalla sveglia fino al ritorno a letto. Il protagonista appare dimesso e scompigliato, mentre indossa una maglietta con la semplice scritta in stampatello BASIL WOLVERTON. Non succede ovviamente nulla di rilevante, come già anticipato dalla descrizione fornita dallo stesso Van Sciver sul suo sito: “Tormentato dagli incubi e dall’Ansia, un fumettista senza amici cerca di lavorare, raccoglie immondizia e vaga per le strade senza meta. Una storia davvero noiosa”. Che, come immaginerete, risulta invece profonda e anche divertente, seppur con quel tono un po’ malinconico tipico dell’autore. My Own Jurassic Park ci riporta invece alle atmosfere di My Hot Date, con un ritratto del cartoonist da giovane intento a costruire dinosauri di cartone e a sopravvivere ai bulli della scuola. L’albo nel suo complesso diventa un’ennesima prova del talento di Van Sciver, del suo cartooning diretto, spontaneo, senza fronzoli. Nonostante lo stesso autore racconti quanto sia faticoso mettersi al tavolo da disegno, trovare il modo giusto per raccontare una storia, studiare le migliori soluzioni grafiche possibili, il lettore quando si trova davanti agli occhi un fumetto di Van Sciver ha sempre la sensazione che sia stato scritto e disegnato in un batter d’occhio, per come scorre e fluisce con naturalezza.

Gli abbonati Large riceveranno oltre a Boring un fumetto di Andrew White, Bloom #4. Si tratta di un curioso esperimento, ossia di una “cover” integrale di un albo di un altro autore, trovato da White tra i mucchi di arretrati che riempiono le fumetterie americane. Rintracciato l’autore originale (nel senso letterale del termine, non stiamo parlando di Alan Moore), White ha avuto il via libera e ha così deciso di ridisegnare da capo tutto il numero 4 di Bloom riscrivendo a mano persino la pagina delle lettere. Non ho ovviamente a disposizione il prototipo ma posso comunque dirvi che l’esperimento è senz’altro riuscito. L’albo di White vive di vita propria e persino la storia iniziale, terza puntata di una storia più lunga, letta per conto proprio ha una sua dimensione e anche un qualcosa di misterioso che la rende forse ancor più potente. L’altra metà dell’albo è invece occupata dalle autoconclusive Sounds e Air Bubbles: bellissima la prima, poetica come nello stile dello stesso White, ottima la seconda per come viene sviluppata graficamente in una griglia di 12 vignette.

Colgo l’occasione per segnalarvi che di Andrew White è disponibile anche il pack Yearly 2020, una raccolta di tre fumetti prodotti l’anno scorso dall’autore. Vi troviamo il fumetto/poesia Everything is Always, 94 pagine in brossura, disegnato sul cartone con tavole tendenti all’astrazione: “Do you get cold at night/Because I do/I get cold and I get scared/So come closer and tell me your secrets/(I’ll tell you mine)/Tell me what scares you most/Don’t look away/Nothing is beautiful and everything is always”. Su corde simili si muove lo spillato di 16 pagine This is an Empty Room sul rapporto tra spazio interno ed esterno, tra uomo e natura, disegnato su foto di foglie, alberi, foreste (People will tell you that important things are happening outside the room/But important things are happening inside the room too). Più narrativo invece Drowned River, brossurato di 80 pagine in bianco e nero che racconta la vita di una coppia dopo un’alluvione, tra l’adattamento a una nuova quotidianità e problemi di salute.

Tutti questi titoli sono disponibili anche per i non abbonati al Buyers Club e possono essere ordinati ai seguenti link:

BORING

BLOOM #4

YEARLY 2020

Disponibile “But Is It… Comic Aht?” #3

Già da qualche giorno è disponibile nel negozio on line di Just Indie Comics il #3 di But Is It… Comic Aht?, rivista sul fumetto pubblicata da Domino Books e curata dal patron Austin English. Più ricco del solito – ben 88 pagine – questo terzo numero è una lettura imprescindibile per chi ama il fumetto e tutto ciò che ruota intorno a esso. Tre sono le colonne portanti del magazine: una lunga intervista a Mary Fleener condotta da Tim Goodyear, un altrettanto interessante dialogo tra English e il Doug Allen autore della striscia cult Steven (che meriterebbe al più presto una riedizione in volume), un approfondimento sulla distribuzione del fumetto alternativo che guarda al passato (con la ristampa di un’intervista a Dylan Williams di Sparkplug Comics, prematuramente scomparso nel 2011) e al presente (con un dialogo tra lo stesso English, deus ex machina della distro Domino Books, e John Porcellino nelle vesti di Spit and a Half). Collegato a quest’ultimo punto, e in particolare alla figura di Dylan Williams, è uno special dedicato al collettivo Puppy Toss attivo a San Francisco negli anni ’90.

Ma i contenuti non finiscono qua, come potete vedere dal sommario qui sotto. Tra le altre cose cito un bell’articolo della cartoonist Ariel Cooper intitolato But Am I A Comics Artist? e alcuni fumetti brevi, tra cui spiccano una storia della casa editrice PictureBox realizzata da Matthew Thurber e l’eccellente Nightlife di Andrea Lukic, altra presenza fissa della distro Domino. Per ordinare But Is It… Comic Aht? #3 potete cliccare qui.



“Cloudburst” & “Osypno” di CF

Continua il bollettino CF. Da quando è tornato a fare fumetti, l’autore di Powr Mastrs è ospite fisso di queste pagine. D’altronde è uno dei miei cartoonist preferiti di sempre, quindi non posso fare a meno di dedicargli almeno una segnalazione. Vi evito il solito recap, che ho già fatto parlando della recente antologia Aerosol Plus edita da Mania Press e di cui la prima edizione è già esaurita. Ma non temete, se l’avete persa dovrebbe arrivare presso una ristampa. In più entro la fine dell’anno dovrebbe – il condizionale è sempre d’obbligo, per chi ricorda la storia del mai pubblicato Powr Mastrs #4 – uscire un libro nuovo per Anthology Editions.

Ulteriore segnale che il fumettista di Providence è davvero tornato in pista è un nuovo sito internet e due autoproduzioni fresche di stampa. Scarno come era lecito aspettarsi, 333cf.org è la nuova base operativa del nostro, dove trovate in vendita Cloudburst e Osypno, due spillatini di 40 pagine formato 8×14 cm con due storie assurde, divertenti e inafferrabili in pieno stile CF, collegate dalla figura di un misterioso postino. E già c’è la notizia di una prossima uscita dal titolo Puzzling Scars. Se siete interessati al materiale, non pensateci troppo su: in passato le zine di CF – poi raccolte nel volume Mere edito da PictureBox – andavano rapidamente esaurite e sono diventate ora oggetto da collezione. Mani dunque al portafogli e ordinate senza esitazioni: non ve ne pentirete, ve lo garantisco.