Dio di me stesso di Alessandro Galatola è la prima produzione targata Just Indie Comics, pubblicata in collaborazione con lo studio Co-Co in occasione del Just Indie Comics Fest. Per chi segue queste pagine è facile capire perché ho deciso di pubblicare il lavoro di Alessandro, che seguo sin dagli esordi, quando l’ho notato su Facebook e sul suo Tumblr. Al Crack! di Roma del 2015 l’ho poi conosciuto di persona e ho avuto la possibilità di vederne il lavoro su carta grazie a Safe Space #1, il fumetto che si era autoprodotto in quel periodo. Ne avevo parlato qui, elogiandone lo spirito indipendente e “out” rispetto a quanto siamo abituati a vedere dalle nostre parti, e ne avevo poi distribuito qualche copia ai vari festival e nel webshop.
Quel primo albetto mi aveva già fatto presagire notevoli sviluppi, che sono puntualmente arrivati in Safe Space #2, il fumetto che in realtà non esiste. Galatola lo aveva infatti pubblicato soltanto in una manciata di prototipi per farlo girare tra gli addetti ai lavori, con l’idea di cercarsi un editore senza dover nuovamente ricorrere all’autoproduzione. Quando me l’ha consegnato di persona nel dicembre scorso a Martina Franca durante il festival Manuscripta, sono rimasto sbalordito per i passi avanti fatti dal nostro e per l’originalità della sua proposta, che mediava le nuove tendenze del fumetto con una scrittura mentale, a volte malata altre ironica, più spesso tutte e due le cose insieme ma comunque potente, coraggiosa, consapevole. Ho dunque inserito “il fumetto che non c’è” nel mio Best of 2016 e ho pubblicato la storia Dio di me stesso su questo sito. Va da sé che quando Serena Schinaia e Donato Loforese di Co-Co mi hanno proposto di organizzare un festival di Just Indie Comics a Roma, la scelta di coinvolgere Alessandro Galatola è stata quasi scontata. Abbiamo dunque scelto tre sue storie inedite lette sul prototipo di Safe Space #2 che ci sembravano dense di contenuto, interessanti graficamente nonché omogenee tra loro per metterle insieme in un albo spillato di 32 pagine in bianco e nero intitolato appunto Dio di me stesso. Oltre alla storia che dà il nome alla raccolta, vi trovate gli altri due racconti brevi Crocefisso su un letto di rose e Il club del vomito. Di più non dico, perché entrare nei dettagli di un albo che ho co-pubblicato mi farebbe raggiungere ulteriori livelli di ridondanza. Vi lascio dunque alla descrizione di Dio di me stesso e ad alcune immagini in anteprima. L’albo è ovviamente disponibile nel webshop di Just Indie Comics. Buona visione e – spero – buona lettura.
Corpi cadenti e lesionati, volti sudati, pattern in bianco e nero, disturbi di frequenza, riferimenti al mondo dell’animazione e dei videogiochi, disinteresse per ogni forma di figurativismo. Nata sulla scia di cartoonist contemporanei come i canadesi Michael DeForge e Jesse Jacobs, l’arte di Alessandro Galatola ha saputo smarcarsi dai modelli iniziali per creare qualcosa di unico nell’attuale panorama del fumetto italiano. Per andare avanti il giovane fumettista pugliese ha dovuto guardarsi indietro, integrando nel suo immaginario l’estetica cyber anni ’80, il lato sporco della beat generation di William Burroughs, l’underground malato e a volte ironico di Mike Diana e Mark Beyer. All’aspetto estetico si accompagna una dimensione testuale densa di contenuto, capace di rappresentare alterità, disagio, alienazione ma anche di rivolgere un sorriso beffardo alle consuetudini sociali.
“Dio di me stesso” è un albo di 32 pagine in bianco e nero pubblicato da Just Indie Comics e Co-Co in occasione del Just Indie Comics Fest e contenente oltre alla storia omonima gli altri due fumetti brevi “Crocefisso su un letto di rose” e “Il club del vomito”.
Alessandro Galatola è nato a Bari nel 1993 e frequenta l’ISIA di Urbino. Ha pubblicato su riviste indipendenti come Snuff Comix, Fumé, Gestopo Propaganda, Carousel e online su Verticalismi, 4Panel, Curzio. Nel 2015 fa uscire l’albo autoprodotto “Safe Space” #1, che porta al Crack! Festival di Roma. Si dedica ai graffiti per divertimento.