Ultimo post dello speciale Kevin Huizenga, dedicato alle sue opere “minori” e a curiosità varie elencate un po’ a casaccio, proprio come piace a noi. Per i più distratti segnalo le mie precedenti incursioni nel mondo di Huizenga: uno sguardo agli esordi, una guida ai suoi fumetti più importanti, una sintesi dei temi principali della sua opera, un excursus su Il fiume di notte.
Perché Glenn Ganges? – Del buon vecchio Glenn Ganges ho parlato approfonditamente nei precedenti post ma mi accorgo di non aver svelato le origini del suo nome. Ebbene, la spiegazione arriva da una foto pubblicata sulla seconda di copertina di Or Else #4, raffigurante un’uscita dell’autostrada per Glenn e Ganges, due città del Michigan. Il cartello si trova sul tragitto che Huizenga percorreva abitualmente per tornare a casa dai genitori durante il periodo del college a Grand Rapids ed è servito da ispirazione dato che proprio in quel periodo l’autore stava cercando un nome per il protagonista della prima versione di The Wild Kingdom, pubblicata su Supermonster #12. La pubblicazione della foto su Or Else #4 è motivata dal fatto che quel numero della serie di Drawn & Quarterly contiene una nuova versione estesa della stessa The Wild Kingdom.
Huizenga dà i numeri – Da diversi anni a questa parte Huizenga ha cercato di fare ordine in un catalogo sterminato e caotico. E il sistema che ha inventato è ad uso e consumo dei completisti, che grazie a un numero preceduto dalle iniziali KH possono collezionare e dare un senso a tutti i suoi fumetti. O forse è più un vezzo, dato che a volte è difficile trovare in quale parte dei suoi albi – scritti fino all’ultimo angolo secondo la lezione di Chris Ware – questo fantomatico numero di catalogo appare? Si dà anche il caso che di tanto in tanto questa catalogazione venga omessa: se infatti non è prevista per le raccolte in volume che si limitano a ristampare materiale già edito e – soprattutto – già numerato (come per esempio The River at Night), in realtà sembra mancare anche in altre pubblicazioni, come l’albetto della serie Structures pubblicato da Uncivilized Books nel 2015. Insomma, come dice il titolo di questo paragrafo Kevin Huizenga dà i numeri. O forse li sto dando io, chissà. Comunque segnalo, per i più curiosi tra voi, che la numerazione parte con l’autoprodotto Sermons #1, prosegue con il mini – ancora autoprodotto – di note e schizzi su The Feathered Ogre e va a toccare il #3 con il debutto di Or Else. E così via…
Amazing Facts and Beyond – Tra le opere di Huizenga di cui non ho ancora parlato, un posto di rilievo è occupato da Amazing Facts and Beyond, volume uscito per Uncivilized Books nel 2013 e che raccoglie tutte le strip realizzate da Huizenga e Dan Zettwoch per un settimanale di St. Louis, il Riverfront Times. Insieme a loro anche Ted May e Ron Weaver, che contribuiscono con qualche striscia nella fase iniziale della pubblicazione. La serie ha tenuto impegnato Huizenga per diversi anni, tanto da impedirgli di concentrarsi su Ganges. Ma d’altronde i fumettisti hanno le bollette da pagare, e non si può certo rinunciare a un lavoro retribuito per un settimanale a favore di una serie la cui pubblicazione è stata interrotta dall’editore e che va rilanciata a proprie spese… Ma di cosa parla la striscia in questione? Si tratta di un fumetto umoristico pseudo-scientifico, in cui il protagonista Leon Beyond è una sorta di Piero Angela delle fake news, intento a snocciolare fatti improbabili e curiosità del tutto inventate, in una satira divertente e che oggi ha ancora più senso viste le corbellerie che ci dobbiamo sciroppare ogni giorno da amici, parenti, politici, sedicenti giornalisti su pandemia & co. L’esperimento è curioso e merita un’occhiata, anche se il consiglio è di centellinare la lettura del volume, perché lette una dietro l’altra le strisce possono annoiare. Se siete interessati il libro – che a quanto pare non ha avuto molta fortuna commerciale – è in vendita a prezzo scontato sia sul sito di Uncivilized Books che su quello dello stesso Huizenga.
Alla prima – Lo sapevate che un fumetto di Kevin Huizenga è stato realizzato appositamente per l’Italia? Grazie anche alla notorietà arrivatagli dalle strisce pubblicate su Internazionale una decina di anni fa, Huizenga ha infatti realizzato Alla prima, volumetto edito da Comma22 nel 2012. La pubblicazione aveva il compito di accompagnare la mostra Americani a Firenze. Sargent e gli impressionisti del Nuovo Mondo, tenutasi a Palazzo Strozzi dal 3 marzo al 15 luglio dello stesso anno. Protagonista è il solito camaleontico Glenn Ganges, stavolta nelle vesti di un pittore americano che arriva a Firenze nel 1878 insieme a un nutrito gruppo di connazionali. Tra serio e faceto, e tra reale e immaginario, i pittori americani si muovono in una Firenze ottocentesca di grande fascino, con Huizenga che ne restituisce la magia riuscendo a bilanciare fatti storici, invenzione, divulgazione e leggerezza. Da segnalare che le avventure e le vicende artistiche di Glenn e soci sono liberamente ispirate a quelle del pittore Frank Duveneck e dei cosiddetti “Duveneck Boys”.
Internazionale – Alcuni fumetti pubblicati da Huizenga su Internazionale vanno annoverati tra le migliori storie brevi dell’autore. Se non li avete letti vi consiglio di recuperarli, magari procurandovi l’autoprodotto The Body of Work, dove ne trovate un paio. Di recente Huizenga è tornato sul magazine italiano con un’altra delle sue Cartoline da Fielder, pubblicata nel #1414 del 18 giugno 2021. Non è una cartolina molto allegra a dire il vero, dato che in queste due pagine a colori si racconta – sempre attraverso lo “schermo” del protagonista Glenn Ganges – la malattia dell’attuale compagna di Huizenga, che si è trovata a combattere con un cancro proprio nel pieno della pandemia. Per ora la versione originale della storia è uscita in una delle fanzine che ogni mese Huizenga mette a disposizione in formato elettronico per i suoi sostentori su Patreon. Cercatela nella fanzine di maggio, che mostra anche tutto il processo creativo che ha portato alle tavole definitive, e in quella di giugno, dove invece trovate soltanto il risultato finale.
Comix School USA – Ho già accennato nei precedenti post al trasferimento di Huizenga da St. Louis a Minneapolis nel 2014, che lo ha portato a diventare insegnante di fumetto presso il Minneapolis College of Art and Design (MCAD) e a vivere nella casa abitata in precedenza da Anders Nielsen (e dove ora vive Craig Thompson). Detto che di recente il cartoonist si è nuovamente trasferito (tornando vicino ai luoghi della sua gioventù, cioè a Chicago), l’esperienza di insegnante a Minneapolis è testimoniata ampiamente dalla serie di fanzine Comix School USA, in cui Huizenga ha pubblicato appunti utilizzati per le lezioni, consigli agli aspiranti fumettisti, schizzi, disegni e quant’altro. Se siete curiosi vi segnalo che il set completo – per un totale di ben 384 pagine – è disponibile sul sito dell’autore. Personalmente non so dirvi se vale la pena recuperarlo o meno, perché non ho nemmeno uno di questi albetti didattici e perché insomma, va bene il completismo ma c’è un limite a tutto.
Fielder – La nuova serie di Huizenga è iniziata nel 2018 e ha il titolo di Fielder, luogo della mente che serve anche da base per le autoproduzioni dell’autore, visto che l’immaginaria casa editrice che produce l’albo, distribuito nelle fumetterie americane da Drawn & Quarterly, si chiama Fielder Media. Huizenga colloca la sua Fielder in un territorio di confine chiamato Michiana, dunque tra Michigan e Indiana, in modo da sottolineare l’essenza puramente midwestern di questi fumetti. Il numero uno, dallo stesso formato degli ultimi numeri di Ganges ossia 28 x 21.5 cm, consta di 32 pagine e si apre con la terza parte di Bona, il remake del comic book Kona già iniziato su The Half Men, che occupa le pagine 1-6 del comic book. La cosa bizzarra è che la seconda parte di Bona si trova più avanti nello stesso albo, da pag. 21 a pag. 25, con tanto di riassunto di quanto successo finora, come se con questo approccio Huizenga volesse sottolineare l’essenza puramente seriale e tradizionale delle sue storie, in barba alle abitudini odierne del graphic novel autoconclusivo. Il pezzo forte di questo primo numero è però il primo capitolo di Fileder, Michiana, quella che a tutti gli effetti sembra essere la nuova storia lunga di Huizenga e che prosegue le vicissitudini di Glenn Ganges ne Il fiume di notte. Ecco dunque Glenn che si sveglia finalmente dal sonno, anche se poi svegliarsi non è così facile. Seguono elucubrazioni e pensieri che riguardano non più il modo in cui ci addormentiamo ma quello in cui ci svegliamo: come l’altra faccia della medaglia de Il fiume di notte, o il “lato luminoso della luna”. In Fielder #1 troviamo anche un episodio metanarrativo di Fight or Run, che sa tanto di finale, e la riproposizione dell’eccellente G~~~~ G~~~~ in “My Career in Comics”, fumetto originariamente pubblicato sul librone per i venticinque anni di Drawn & Quarterly e che mescola – alla maniera di Huizenga – autobiografia e invenzione. Vi segnalo per concludere che il #2 di Fielder è di prossima pubblicazione (se tutto va bene entro la fine dell’anno) e che se nel frattempo volete curiosare nella vita personale e soprattutto creativa di Kevin Huizenga potete abbonarvi al suo Patreon. The End!