Il meglio del Web – 7/5/2015

 

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Secondo appuntamento con questa rassegna di notizie, link e segnalazioni varie. Iniziamo dalle novità in casa Youth In Decline. La casa editrice di San Francisco ha da poco pubblicato il settimo numero della serie monografica Frontier, a firma Jillian Tamaki, autrice insieme alla cugina Mariko della pluripremiata graphic novel This One Summer, tradotta da Bao Publishing con il titolo E la chiamano estate. Ancora non ho potuto vederlo di persona, ma la recensione di Alex Hoffman su The Sequential State non fa che incuriosirmi ulteriormente. SexCoven, questo il titolo della storia, è ambientata all’inizio dell’epoca del file sharing e parla di un culto legato a un misterioso file mp3. Intanto sono disponibili le prime immagini dell’ottavo albo di Frontier, firmato dall’italiana Anna Deflorian. E sul blog della casa editrice di Ryan Sands vengono riproposte le interviste agli autori dei precedenti numeri della serie.

A proposito di novità editoriali, diventa sempre più ricca (ed è anche parziale, dato che mancano gran parte dei mini-comics) la lista dei fumetti che debutteranno al Toronto Comic Arts Festival del 9 e 10 maggio. Tra questi Worst Behaviour di Simon Hanselmann, una nuova avventura di circa 50 pagine di Megg, Mogg e Owl, in uscita per la Pigeon Press di Alvin Buenaventura, già editore di In the Garden of Evil di Burns e Killoffer. Intanto Fantagraphics annuncia per l’autunno il seguito del fortunato Megahex. Il nuovo volume si intitola Megg & Mogg in Amsterdam e raccoglie le storie pubblicate su Vice.com. Hanselmann ha parlato di recente dei suoi progetti futuri e del suo processo creativo in un’intervista al magazine Darling Sleeper.

Worst Behaviour

Rimanendo in tema, arrivano finalmente sul canale You Tube della Small Press Expo i video dell’edizione 2014 del festival statunitense, tra cui potete trovare anche quello che riproduce il divertente incontro con Hanselmann, Michael DeForge e Patrick Kyle. Tra gli altri vi segnalo quello con Charles Burns, che parla della sua infanzia e legge alcuni passaggi da Sugar Skull, di prossima uscita per Rizzoli Lizard.

Il nuovo fumetto di Jordan Crane si intitola The Dark Nothing e sarà pubblicato in un’edizione limitata di 200 copie. La storia verrà poi ristampata, in una versione leggermente diversa, sul quinto e voluminoso numero di Uptight, in uscita per Fantagraphics. Per chi non conoscesse Crane, sul sito What Things Do potete leggere alcuni dei suoi fumetti.

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Nel post su Daniel Clowes di qualche giorno fa, dicevo che la scritta “Patience” diffusa come prima immagine del suo nuovo fumetto, in uscita a marzo 2016, sembrava più un invito ai lettori che il titolo del libro. E invece il titolo di questa storia di 180 pagine che avrà come tema il viaggio nel tempo sarà proprio Patience, come ha anticipato lo stesso autore in questa intervista al New York Times. Ieri è arrivato anche l’annuncio ufficiale di Fantagraphics, che ha definito Patience “an indescribable psychedelic science-fiction love story”. Intanto l’autore continua a rilasciare interviste, tra cui vi segnalo quella realizzata da Ray Pride per il sito Newcity Lit, che si differenzia dalle altre dato che verte sul rapporto tra l’autore e la sua città di origine, Chicago.

Patience Daniel Clowes

Il sito internet Broken Frontier ha lanciato una campagna Kickstarter per la pubblicazione di una lussuosa antologia di 250 pagine a colori, in formato gigante e copertina rigida. Oltre 40 gli artisti coinvolti, dagli stili più disparati. Tra questi Noah Van Sciver, autore di una storia di 10 pagine su un clown con problemi di rabbia che diventa schiavo degli uomini talpa.

Lo stesso Van Sciver è uno degli autori chiamati da Vice a rileggere i Blobby Boys di Alex Schubert. Tra gli altri Ron Regé Jr., Antoine Cossé, Hellen Jo.

Un Tumblr assolutamente da vedere è quello di Samplerman, di cui potete ammirare un’immagine qui sotto. Per approfondire vi rimando all’intervista su It’s Nice That.

Samplerman

Con l’uscita di Avengers: Age of Ultron, fioccano articoli, immagini e quant’altro in qualche modo legati ai contenuti del film. Una delle proposte migliori è del sempre interessante blog Diversion of the Groovy Kind, che porta con orgoglio il sottotitolo “1970’s Comic Books Nostalgia”. Sembrerà fuori tono su un sito che si chiama Just Indie Comics, ma non posso fare a meno di consigliarvi questa sequenza di splash page con protagonisti Scarlet, Quicksilver e Visione a firma John e Sal Buscema, Don Heck, Barry Windsor-Smith, Rich Buckler, John Byrne e altri ancora.

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Le notti del Rock Motel

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Dopo l’art book 64 Kamasutra, l’associazione culturale Squame torna con un nuovo libro illustrato da oltre 60 giovani artisti internazionali. Il tema questa volta è rappresentato dalle stanze di motel delle rock star, ricostruite a partire dall’immaginario artistico ed estetico dei musicisti, come potete ben vedere dal disegno di apertura, una Courtney Love colta in un momento di relax da Cristina Portolano. Rock Motel uscirà a giugno ma la campagna di crowdfunding è in corso soltanto fino al 15 maggio su Ulule. Il pacchetto base, che include libro di 144 pagine e tre cartoline, costa 17 euro ma si può sostenere la campagna anche con soli 5 euro. Con cifre più sostanziose si avrà diritto ad accessori, gadget e oggetti da collezione, come un vinile illustrato. Tanti i nomi coinvolti, tra cui cito brevemente Manuele Fior, Giacomo Nanni, Marino Neri, Anna Deflorian, Alessandro Ripane. La direzione artistica è come sempre di Francesca Protopapa, fondatrice della fanzine Squame, mentre la consulenza musicale è di Luc Frelon, dj e cultore del vinile.

Per approfondire i dettagli del crowdfunding e contribuire alla pubblicazione del volume potete andare qui. Per sbirciare nel Rock Motel e leggere le interviste agli artisti vi rimando al Tumblr del progetto. A seguire alcune illustrazioni in anteprima. Buona visione e… buon ascolto.

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Elliott Smith secondo Giacomo Nanni

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The Strokes by Martoz

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Cristina Spanò interpreta Sly Stone

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Un particolare della camera di James Brown secondo Drangiag

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Luigi Critone disegna Nick Cave

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Marilyn Manson by AkaB

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Un dettaglio della stanza di Johnny Cash secondo Cecilia Campironi

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Father John Misty visto da Colocho

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L’Iggy Pop di Alessio Rotulo

L’ultimo lavoro del grande Herb Trimpe

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Herb Trimpe è stato uno dei disegnatori più importanti della Marvel degli anni ’70, famoso soprattutto per la sua lunga run su The Incredible Hulk. Trimpe ci ha lasciato lo scorso 13 aprile, mentre stava ultimando le matite di una storia per una nuova linea di fumetti chiamata All Time Comics, ideata dal newyorkese Josh Bayer, editor dell’antologia autoprodotta Suspect Device e autore di fumetti underground come Raw Power e Theth. Bayer è un grande fan dei fumetti Marvel di trenta o quaranta anni fa e ha ideato tra le altre cose numerosi bootleg di Rom, personaggio che in Italia ben conosciamo per la sua pubblicazione sulla storica antologia All American Comics edita dalla Comic Art. Le sue storie con protagonisti i cartoonist del Marvel Bullpen sono state spesso un’occasione per farci vedere l’uomo dietro l’artista, oltreché per denunciare il modus operandi della Marvel nei confronti di autori come Jack Kirby, Steve Ditko e Steve Gerber. Alcune scene dei suoi fumetti vedono Steve Ditko urlare “La Marvel e la Disney… sono il governo!” e una ragazza circondata da Deathlok, U.S. Agent, Howard The Duck e altri personaggi Marvel minori che dice “Facciamocene una ragione, qui siamo superflue come i disegnatori, gli inchiostratori e gli scrittori che hanno dato vita all’industria della Marvel Comics”.

Bayer di recente ha ricordato così Herb Trimpe sulla sua pagina Tumblr:

“L’anno scorso ho contattato Herb Trimpe e gli ho chiesto di disegnare una storia per una linea di fumetti che sto scrivendo ed editando. Eravamo in grado di offrirgli una tariffa decente e incredibilmente ha detto di sì, così che tra qualche mese pubblicherò quello che, a quanto ne so, è il suo ultimo fumetto. Il lavoro di Trimpe era dappertutto quando ero ragazzo, nei comic-book che uscivano e nelle ristampe, e i suoi personaggi fumettosi, spavaldi, monolitici, fluidi ma anche un po’ traballanti rappresentavano in pieno quella che era la mia idea di fumetto. […] Mentre mi arrivavano le mail con i suoi disegni l’anno scorso, ero rincuorato che a settant’anni stesse facendo uno dei suoi migliori lavori di sempre, pieno dei passaggi, delle luci e dello storytelling per cui era conosciuto. “Te lo devo dire, me la sto spassando… Era da parecchio tempo a questa parte che non facevo qualcosa di così divertente”, mi ha scritto, e io ne ero felicissimo. Ero contento per giorni ogni volta che lo sentivo. Continuavo a guardare il suo lavoro. Le linee erano sicure e potenti, il suo storytelling era ricco di quel tipo di inventiva che è il risultato delle migliaia e migliaia di pagine che aveva disegnato prima che entrassimo in contatto. Per me, avere l’approvazione sua o di altri professionisti come Rick Parker e Al Milgrom, ha significato avere tutto ciò che volevo dai fumetti, un cerchio senza fine tra passato e futuro. Soltanto in un’industria strana come questa qualcuno nella mia posizione, al livello più basso della piramide, può coinvolgere in un suo progetto artisti con anni e anni di esperienza e riconoscimenti alle spalle”.

Per il testo completo vi rimando alla versione inglese di questo post. Tutte le immagini sono tratte da Crime Destroyer Giant Size di Josh Bayer, Herb Trimpe e Benjamin Marra, in uscita a ottobre 2015.

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“In the Garden of Evil”: un’anteprima

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In the Garden of Evil

Nell’ottavo numero di Mon Lapin, rivista pubblicata dai francesi de L’Association, Patrice Killoffer chiamava a raccolta fumettisti come Philippe Druillet, Ludovic Debeurme e Lorenzo Mattotti, dando vita a collaborazioni a quattro, sei o anche otto mani poi protagoniste di una mostra presso la Galerie Anne Barrault di Parigi. Tema principale dei lavori di Mon Lapin era il bosco e tra gli artisti coinvolti non poteva dunque mancare Charles Burns, che con Killoffer realizzava una serie di disegni ispirati al tema del Giardino dell’Eden e intitolati In the Garden of Evil. Adesso la Pigeon Press di Alvin Buenaventura raccoglie questa collaborazione tra due maestri del fumetto contemporaneo in un art-book rilegato a mano di 28 pagine in formato quadrato (7.25 x 7.25 pollici, ossia 18.42 centimetri per lato). Stampato in 1000 esemplari numerati e firmati dai due autori, il volume conterrà anche un 7″ flexi-disc con una canzone inedita di Will Oldham, cantautore statunitense conosciuto sotto una vasta schiera di pseudonimi (Palace Brothers e Bonnie Prince Billy i più noti). In the Garden of Evil debutterà al Toronto Comics Art Festival del 9 e 10 maggio prossimi, alla presenza dei due autori. Subito dopo verranno messe in vendita on line 200 copie, a un prezzo ancora da definire.

Per ora l’unica immagine ufficiale rilasciata dalla Pigeon Press è quella di apertura, ma suppongo che nel volume ci saranno tutti i disegni visti su Mon Lapin, come quelli che potete vedere nel reportage dalla mostra alla galleria Barrault di Le Blog de Shige e quelli in basso, trovati qua e là sul web.

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Viaggio nel fumetto portoghese – š! #20

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La cover di “š!” #20, a firma Daniel Lima

Dopo l’ottavo numero realizzato esclusivamente da cartoonist finlandesi, l’antologia lettone š! torna a dedicare un’intera uscita ad autori di una sola nazione, mettendo insieme con l’aiuto del guest editor Marcos Farrajota del collettivo Chili Come Carne una serie di fumetti realizzati da autori portoghesi e incentrati sul tema dell’inquietudine, ispirato dal Livro do Desassossego di Fernando Pessoa. L’aderenza al tema e il suo sviluppo sono mutevoli ed eterogenee, ma questa non è certo una novità per š!, pubblicazione che numero dopo numero ci ricorda cosa si può fare con il fumetto, mostrando i tanti approcci possibili al medium e al suo linguaggio. Ci sono così artisti come Amanda Baeza, Filipe Abranches e Paulo Monteiro che lavorano su una griglia prefissata di vignette, altri come Rafael Gouveia e Daniel Lima che adattano rispettivamente i testi letterari di Bernardo Soares e Paul Ableman, mentre Cátia Serrão e João Fazenda giocano con spazio, forma, colori e Bruno Borges crea una storia partendo da una serie di scarabocchi.

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João Fazenda

La vignetta non è la regola nelle pagine di š! e infatti troviamo fumetti costruiti con illustrazioni a tutta pagina o anche con fotografie, come nel caso dei contributi di Tiago Casanova e Joana Estrela. In particolare le sei pagine della venticinquenne Estrela sono una delle cose migliori dell’antologia, dato che combinano brillantemente immagini tratte da un film anni Cinquanta con un testo incentrato sull’inquietudine del giovane cartoonist dei nostri tempi, tra ritratto sociologico e parodia. La Estrela è tra gli autori più giovani della raccolta, mentre il titolo di veterano spetta a Tiago Manuel, autore di una serie di notevoli illustrazioni narrative che ricordano stilisticamente vecchi libri di medicina. Manuel è anche un personaggio tipicamente portoghese, in grado con i suoi oltre 25 progetti eteronimi di poter rivaleggiare con lo stesso Pessoa. L’ombra di Pessoa si avverte in parecchi di questi fumetti e soprattutto in quello di Francisco Sousa Lobo. L’autore della graphic novel The Dying Draughtsman delinea la figura di Fausto M. Fernandes, un misterioso pioniere del fumetto lusitano. Probabilmente è questo il miglior contributo del lotto, dato che centra perfettamente il tema dell’inquietudine ritraendo un protagonista problematico, è poetico senza essere retorico, suscita domande sull’autobiografia e la natura stessa dell’arte.

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Francisco Sousa Lobo

Arrivati alla fine del volumetto abbiamo un’idea più chiara del panorama fumettistico portoghese, o forse non ne abbiamo idea… D’altronde come potrebbero due sorelle cilene che vivono a Lisbona (Amanda e Milena Baeza), una scienziato sociale precario con una linea accattivante (Daniel Lopes), un fotografo (Tiago Casanova) e una studiosa di linguistica (Cátia Serrão) creare uno stile condiviso? Ci sono un sacco di “lupi solitari” da queste parti  – come Marcos Farrajota fa notare nel saggio introduttivo – e forse è questa la bellezza dei fumetti portoghesi e del fumetto indie in generale. Così, più che essere una visione d’insieme di una scena, questo numero di š! è la storia dinamica di un medium in una nazione. O è anche, se preferite, il racconto di una lotta, quella fatta dal fumetto per uscire fuori dalle stanze, dalle case e dagli studi degli autori per arrivare faticosamente ma gioiosamente tra le mani dei lettori.

Uno sguardo a š! #21

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Dietro a una bella cover del belga Brecth Vandenbroucke – conosciuto ai più per il suo White Cube, uscito anche oltreoceano per Drawn and Quarterly – arriva il prossimo primo maggio il 21esimo numero dell’antologia baltica š!. E dato che l’uscita è fissata per la festa dei lavoratori, il tema del volumetto, nel solito formato di 164 pagine in A6, sarà il business. Tra gli artisti coinvolti l’argentino Berliac (già autore dello splendido mini kuš! #19 Inverso), il polacco Maciej Sieńczyk (visto in Italia con Avventure sull’isola deserta pubblicato da Canicola), il canadese Chris Kuzma, il finlandese Roope Eronen, lo spagnolo Sergi Puyol. E poi Ann Pajuväli (Estonia), Anna Haifisch (Germania), Anna Vaivare (Lettonia), Disa Wallander (Svezia), Harukichi (Giappone), Jeroen Funke (Olanda), König Lü.Q. (Svizzera), Lai Tat Tat Wing (Hong Kong), Laura Ķeniņš (Canada/Lettonia), Līva Kandevica (Lettonia), Lote Vilma Vītiņa (Lettonia), Olive Booger (Francia), Rūta Briede (Lettonia) e Zane Zlemeša (Lettonia).

Di seguito alcune immagini da š! #21, che potete già ordinare qui al prezzo di $14 dollari spese di spedizione incluse.

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Berliac

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Chris Kuzma

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Anna Haifisch

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Sergi Puyol

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Anna Vaivare

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Harukichi

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Jeroen Funke

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Lai Tat Tat Wing

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Līva Kandevica

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Olive Booger

Il meglio del Web – 23/4/2015

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Inauguro con questo post un appuntamento dedicato alle segnalazioni dei contenuti più interessanti trovati in giro sul web. Iniziamo ancora una volta da Charles Burns, protagonista assoluto di questa prima serie di articoli. L’immagine che vedete in alto è il manifesto realizzato per la nuova edizione del Toronto Comic Arts Festival, in programma il 9 e 10 maggio, in cui Burns ci fa scoprire che anche gli alieni leggono i romance comics…

Sempre a proposito del cartoonist statunitense, vi segnalo l’articolo Charles Burns: Show, don’t tell dello scrittore Francesco Pacifico, pubblicato sul nuovo magazine on line Prismo.

Passando ad altro, proprio oggi Fumettologica ha pubblicato Fare editoria alternativa di fumetto, oggi: il caso Hollow Press, un’esaustiva intervista di Matteo Stefanelli al mio amico Michele Nitri, in cui si parla di Under Dark Weird Fantasy Grounds, Mat Brinkman, l’underground e… Paolo Bacilieri.

A proposito di festival, il 18 e 19 aprile a Portland nell’Oregon c’è stato il Linework. Gli organizzatori hanno pubblicato sul sito della manifestazione una lunga serie di brevi ma spesso interessanti interviste, tra cui vi segnalo quelle a John Pham, Malachi Ward e Marnie Galloway. Per un mini reportage e qualche foto date un’occhiata invece a quanto raccontato da Tyler Chin-Tanner su Broken Frontier.

Sempre al Linework Fantagraphics ha presentato in anteprima la raccolta extra-lusso dei primi 18 numeri dell’Eightball di Daniel Clowes, ospite del festival. Sul Flickr della casa editrice potete dare un’occhiata più dettagliata a questo prezioso cofanetto. Per due recenti interviste a Clowes vi rimando invece ai siti di The Stranger e The New Yorker.

Chris Ware Juxtapoz

Il nuovo numero della rivista americana Juxtapoz sfoggia una copertina di Chris Ware, di cui si parla nella rubrica Beyond the Cover, con tanto di intervista all’autore di Jimmy Corrigan.

Intanto sono state annunciate le nomination agli Eisner Awards 2015, che non brillano certo per originalità.

Per concludere un paio di contenuti critici di qualità, entrambi a firma Rob Clough, rispettivamente su Ur di Eric Haven e Saint Cole di Noah Van Sciver.

 

Il nuovo fumetto di Daniel Clowes… e “The Complete Eightball”

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All’inizio di aprile la Fantagraphics ha annunciato la pubblicazione, prevista per marzo 2016, del nuovo fumetto di Daniel Clowes. Senza dare alcun dettaglio riguardo ai contenuti o al numero di pagine (sembrano numerose, a vedere la pila di originali sul tavolo…), la casa editrice di Seattle ha postato sul suo sito internet e sui vari social network l’immagine qui sopra, accompagnata dalla didascalia “Coming in March 2016. Five years in the making”. Unico altro messaggio, quel “Patience” lì in alto, probabilmente più un invito ai lettori che il titolo del nuovo volume. Da allora è stato possibile vedere in giro sul web una nuova immagine, quella in basso, che aumenta l’attesa per la nuova opera del cartoonist statunitense, autore di Like a Velvet Glove Cast in Iron, Ghost World, David Boring, Ice Haven e tanti altri fumetti che hanno fatto la storia recente di questo medium. Le forme visibili nella prima tavola, i colori psichedelici della seconda e le reminiscenze di Steve Ditko, da sempre un punto di riferimento per Clowes, potrebbero lasciarci pensare a una storia metanarrativa che parla di un artista outsider apparentemente visionario ma che si rivela un profeta quando la terra si trova a fronteggiare un’invasione aliena? Mah, forse no…

Daniel Clowes 2016

Intanto Clowes continua a girare gli Stati Uniti per presentare il suo The Complete Eightball. La foto in basso è tratta dalla session di autografi presso il Fantagraphics Bookstore and Gallery di Seattle. A seguire una delle immagini di presentazione del cofanetto e una copia autografata.

Daniel Clowes at Fantagraphics

Daniel Clowes The Complete Eightball

Daniel Clowes The Complete Eightball signed

Mentre la raccolta dei primi 18 numeri di Eightball sta per essere distribuita nelle librerie, fioccano le interviste all’autore, come quelle già segnalate nel mio Il meglio del Web del 23/4, rilasciate a The New Yorker e The Stranger. Quest’ultimo è un settimanale gratuito di Seattle che ha anche dedicato la copertina a Clowes, adattando un suo vecchio disegno.

Daniel Clowes The Stranger

E per concludere vi segnalo la riproposta di questa intervista realizzata da Gary Groth e pubblicata nel novembre del 1992 sul Comics Journal dietro a un’ormai storica copertina gialla.

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