L’underground al Borda!Fest

Un viaggio nell’underground di una volta a un festival che è underground, ancor prima che nei contenuti, nel luogo e nei tempi, dato che prende vita sotto le mura di Lucca, al Baluardo San Martino, e perché ha la faccia tosta di programmarsi ogni anno in concomitanza con il Festival dei Fumetti in Italia, ossia Lucca Comics. Per il primo anno Just Indie Comics sarà al Borda!Fest e lo farà con una selezione delle solite pubblicazioni vecchie, nuove, italiane e straniere che più o meno già conoscete se seguite questo sito e se date ogni tanto un’occhiata allo shop on line, ma non solo… In esclusiva per il Borda! ho infatti pensato di portare in Italia qualche chicca dell’underground statunitense degli anni andati, riviste e comic-book che rappresentano in qualche modo la storia di un genere, anche se è davvero riduttivo definirlo tale. Per lo più si tratta di spillati che propongono con orgoglio l’ormai poco commerciale format dell’antologia, che invece tanto piace agli appassionati, mentre in un paio di  casi siamo di fronte a recuperi d’epoca di mostri sacri del fumetto a stelle e strisce. Ma prima di vedere di cosa si tratta una COMUNICAZIONE DI SERVIZIO: il Borda! si terrà dal 2 al 5 novembre ma io potrò esserci soltanto venerdì 3 e sabato 4 dalle 14 alle 20, quindi se vi interessa trovare il materiale di Just Indie Comics fatevi vedere in quei giorni, a quell’ora e soprattutto in quel posto… Per i dettagli sulla manifestazione vi rimando invece alla pagina Facebook e al sito dell’edizione 2017. E ora possiamo cominciare…

Zap Comix #7 – Non si tratta della prima edizione, ovviamente diventata oggetto da collezione, ma di una ristampa di Zap Comix, la rivista lanciata da Robert Crumb nel 1968 e diventata il motore della rivoluzione underground. Questa settima uscita risale al 1974 e mette insieme lavori di S. Clay Wilson, Spain Rodriguez, Gilbert Shelton, Rick Griffin e Victor Moscoso, oltre allo stesso Crumb che partecipa con Mr. Natural meets “The Kid” e l’autoironica R. Crumb presents R. Crumb.

Wimmen’s Comix #7 – Se Zap sconfiggeva i luoghi comuni sul fumetto proponendo contenuti diversi da quelli a cui era abituato il pubblico mainstream, con Wimmen’s Comix si andava anche oltre, superando le usuali convenzioni di genere. Zap era infatti innovativo, trasgressivo, rivoluzionario ma i suoi autori erano tutti… uomini. C’era dunque bisogno di fumetti che rappresentassero com’erano le donne degli anni ’70 e che non avessero paura di mettere in primo piano la loro sessualità. Tra le collaboratrici di questo numero 7, datato 1976, troviamo Joyce Farmer, Terry Richards, Dot Bucher, la Roberta Gregory nota per la serie anni ’90 Naughty Bits e  Melinda Gebbie, poi diventata collaboratrice (Lost Girls, Cobweb) nonché moglie di Alan Moore.

Hup #1 – Qui siamo davanti a una rarità, perché questo non è un albo facilissimo da trovare in giro. Si tratta della prima edizione di Hup di Robert Crumb, spillato edito da Last Gasp nel 1987 e che raccoglie alcune storie del Nostro al meglio delle sue capacità artistiche, con uno stile che negli anni si è fatto ricco, dettagliato, elegante. Dentro ci trovate i Rough-Tuff Cream-Puffs, Mr. Natural e i ben noti “troubles with women”. Insomma, un pezzo di storia del fumetto nella sua forma originale.

Weirdo #20Weirdo è stata tra gli anni ’80 e i primi ’90 la sorella di Zap Comix, alternando come editor lo stesso Crumb, Peter Bagge e Aline Kominsky-Crumb ma proponendo, accanto ai soliti noti, autori promettenti che sarebbero diventati famosi di lì a breve. Questa ventesima uscita, datata nuovamente 1987, presenta un ricco cast composto tra gli altri da Dori Seda, Mary Fleener, Mark Zingarelli, la stessa Aline Kominsky-Crumb e ovviamente suo marito, autore della copertina e del cult Footsy, incentrato sulla sua passione per i piedi femminili.

Young Lust #8 – Facciamo un salto negli anni ’90 per arrivare all’ultimo numero di un’altra storica antologia, dedita alla rilettura in chiave underground dei temi dei romance comics. Questa ottava uscita, datata 1993, è l’ultima della serie e nasconde dietro una bella cover di un giovane Daniel Clowes contributi dell’editor Jay Kinney, Bill Griffith, Spain e di un certo Charles Burns, autore di una pagina dal titolo Love Diary che parte dalla sua passione per le storie d’amore anni ’50 per anticipare le trovate dei lavori futuri.

 

Mr. A #2 – E ora un passo indietro nel tempo con un albo che poco c’entra con i precedenti. Outsider del fumetto per eccellenza, dopo aver rotto con la Marvel Steve Ditko si dedicò alla collaborazione con case editrici come Charlton, Warren e Dc Comics. Nel frattempo creò anche il personaggio di Mr. A, territorio per sviluppare le sue idee filosofiche, che riprendevano la teoria dell’oggettivismo di Ayn Rand. Qui il secondo numero datato 1976, pieno di vignette densissime di testo e caratterizzate dal tratto inconfondibile di Ditko.

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